«Crisi Coop, le avvisaglie già 4 anni prima del tracollo»

«Il patrimonio c’era, non è mai stato un problema. Era la gestione corrente che non funzionava e continuava ad accumulare debiti. Il sistema a un certo punto è saltato».
L’avvocato Maurizio Consoli, dall’ottobre 2014 amministratore giudiziario delle Coop operaie (e poi liquidatore), è stato sentito ieri mattina in Tribunale nel corso del processo penale sul dissesto societario che vede imputati l’allora direttore generale Pierpaolo Della Valle e i due componenti del Collegio sindacale Rodolfo Pobega e Tiziana Seriau.
Durante l’udienza Consoli ha passato in rassegna le vicende riguardanti il tracollo dell’ex colosso cooperativo locale, in particolare rispondendo alle domande del procuratore Federico Frezza e del pm Matteo Tripani, i due magistrati che nel 2014 avevano presentato l’istanza di prefallimento della società. L’atto aveva fatto seguito alla scoperta del buco milionario con perdite massicce che erodevano il capitale. Di fronte a ciò nessuno avrebbe adottato alcuna contromisura. Né, tanto meno, un’analisi accurata delle cause di quelle perdite, così quantificate dall’accusa: 2,9 milioni nel 2007, 6,6 milioni nel 2009, 5,5 milioni nel 2010, 6,6 milioni nel 2011, 8,6 milioni nel 2012, 9,6 milioni nel 2013.
«Già nel 2010 c’era un verbale in cui emergeva la consapevolezza delle difficoltà che la società stava affrontando», ha spiegato il commissario liquidatore. «Nel 2010 si erano manifestate le prime crepe e già nel 2011 urgeva un nuovo piano industriale». Alle perdite di bilancio, nascoste con una serie di passaggi finanziari tra le partecipate del gruppo, si erano poi aggiunte le gravi criticità legate al prestito sociale: dopo lo scoppio del caso i cittadini avevano iniziato a ritirare irrimediabilmente i propri risparmi. E i fornitori a un certo punto si erano rifiutati di vendere merce alle Coop, decidendo peraltro di rivolgersi alle assicurazioni per far fronte ai rischi di insolvenza del cliente.
La prossima udienza è stata fissata per il 3 dicembre. È in programma la discussione finale, cui dovrebbe far seguito la sentenza.
Le parti hanno tempo fino al 15 novembre per depositare in cancelleria ulteriori documenti. —
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