Croazia “europea”: cure più facili per i vacanzieri italiani

In vacanza con l’assistenza sanitaria garantita, e se c’è da pagare un ticket sarà tradotto in kune. La Croazia entra il 1.o luglio nell’Unione europea e le conseguenze più dirette per i turisti, e in primis i tanti turisti “del mare” triestini, saranno non solo qualche barriera di confine in meno, ma anche una noia burocratica eliminata e una certezza in più: assistenza sanitaria garantita dal semplice possesso della propria tessera sanitaria che, sul retro, reca la dicitura “Tessera europea di assicurazione malattia” (Team).
È l’informazione che ha diffuso l’Azienda sanitaria perché finora per andare in un paese extra Ue con diritto all’assistenza era necessario rivolgersi all’Ufficio convenzioni con l’estero al distretto 4 di San Giovanni e ritirare i moduli appositi. Cosa che dal 1.o luglio non occorre più fare.
Le novità non finiscono qui, perché è anche la “quantità” di assistenza che cambia. Con il modulo assicurativo italiano andando finora in un paese non Ue, come appunto la Croazia, si acquisiva il diritto ad avere cure mediche “urgenti” e basta, ogni altra prestazione era viceversa a pagamento. Adesso con la “Team” si possono ottenere «tutte le prestazioni sanitarie urgenti e medicalmente necessarie in relazione alla durata del soggiorno e allo stato di salute della persona, alle stesse condizioni dei cittadini croati».
Ma, proprio come i cittadini croati, anche gli italiani dovranno pagare il ticket per le cure che quel servizio sanitario prevede con partecipazione alla spesa: ed è del 20% del costo totale dell’assistenza.
L’Azienda sanitaria triestina ha fornito anche alcuni esempi, così chi va in vacanza da luglio in poi sa che cosa lo aspetta. Per una visita del medico di base, per esami di laboratorio, o radiologici, il ticket croato è pari a 15 kune, poco più di 2 euro. Per l’assistenza specialistica, per attività di consulenza o per un ricovero in “day hospital” si dovrà contribuire con un ticket di 25 kune (ovvero 3 euro e mezzo circa). In caso di ricovero ospedaliero vero e proprio, il ticket per ogni giornata passata in ospedale è invece di 100 kune, 14 euro. Come si vede, il cambio con la moneta croata rende la spesa molto contenuta, pur si nota che una piccola cifra è dovuta anche per un medico di base.
Terza novità. Il ticket pagato in Croazia con queste modalità non è “in nessun caso” rimborsabile da parte del Servizio sanitario italiano, resta a totale carico dell’utente.
E chi ha dimenticato a casa, o perso la tessera, e si trova ad aver bisogno di medici e di cure? In quest’ultimo caso le pagherà per intero, come prestazione privata, ma si potrà avvalere in seguito dei meccanismi dell’«assistenza indiretta». Munito di tutte le ricevute, di tutta la documentazione in originale (sia quella relativa alla spesa, sia quella clinico-sanitaria, compreso il referto) il cittadino al rientro a Trieste dovrà rivolgersi all’Ufficio convenzioni internazionali dell’Azienda sanitaria, a San Giovanni. E otterrà il rimborso, qualora previsto dalle assicurazioni croate, e secondo le tariffe croate. Ma anche in base al tariffario regionale.
Ovviamente la cosa funziona nei due sensi. Anche i cittadini croati, una volta diventati anche cittadini Ue, riceveranno in Italia l’assistenza medica presentando la loro tessera sanitaria con assistenza europea di malattia, o un certificato provvisorio sostitutivo: documenti che la Croazia rilascerà a partire sempre dal 1.o luglio. Analogamente, se non avranno alcun documento utile, pagheranno visite, esami e cure.
Ma documenti autorizzativi emessi in precedenza (HR111 per cure urgenti in Italia e HR112 per cure programmate) avranno validità fino alla fine dell’anno.
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