Croazia, il governo è già al capolinea

ZAGABRIA. Con 125 voti a favore, 15 contro e 2 astenuti, il parlamento croato ha approvato la mozione di sfiducia presentata dall'Hdz contro il primo ministro Tihomir Oreškovic, mettendo così fine al più breve governo della storia croata. Dopo appena cinque mesi dal suo insediamento, in seguito alle elezioni legislative dello scorso 8 novembre, questo manager croato-canadese, ex dipendente del gruppo farmaceutico Teva, è dunque stato costretto a lasciare. L'alleanza di centro-destra che lo sosteneva, formata dall'Hdz di Tomislav Karamarko e dal fronte indipendente Most di Bozo Petrov, si è spaccata dopo settimane di tensioni, lasciando ora spazio a due ipotesi: o la formazione di un nuovo esecutivo, nel caso in cui si trovi una nuova maggioranza in parlamento, o delle elezioni anticipate, che a questo punto si terrebbero con ogni probabilità dopo l'estate, obbligando la Croazia a rimanere senza un esecutivo efficiente per altri tre mesi.
A votare a favore della destituzione di Oreškovic sono stati sia i deputati della maggioranza che quelli dell'opposizione, anche se con motivazioni diverse. L'Hdz ha rispettato la linea politica indicata dal proprio presidente, nonostante l'appello di alcuni dei suoi membri (in particolare dei suoi eurodeputati) a tenere in vita il governo. La strategia di Karamarko è ora quella di formare una nuova maggioranza, ma sembra essere lontano dalla soglia dei 76 deputati sostenitori su 151 necessaria a ricevere l'incarico da parte della presidente Kolinda Grabar-Kitarovic (l'altro ieri il partito ha annunciato di aver convinto per il momento solo 65 membri del Sabor).
Al contrario, il partito socialdemocratico (Sdp) punta a un rapido ritorno alle urne, così come il fronte indipendente Most, che ha accusato l'Hdz di aver "usato" Oreškovic per arrivare al potere. Ieri, inoltre, 12 deputati di Most hanno assicurato che non appoggeranno nessun tipo di rimpasto di governo. In quanto all'ormai ex primo ministro, Oreškovi„ si è difeso in aula affermando che la vera ragione per cui l'Hdz ha proposto una mozione di sfiducia a suo sfavore riguarda la nomina del capo dell'Agenzia di intelligence e di sicurezza (Soa), per la quale il premier aveva scelto Daniel Markic, una figura a cui l'Hdz si era opposto apertamente.
«Tutte le accuse presentate contro di me sono infondate - ha dichiarato il premier, rispondendo punto per punto - L'insinuazione secondo cui avrei tentato di istituire una dittatura è talmente assurda che non so nemmeno che dire al riguardo». «Sono venuto qui con le migliori intenzioni per aiutare il mio paese. All'inizio avevamo tutti degli obiettivi comuni e la speranza che avremmo potuto migliorare la situazione economica e le condizioni di vita. Sfortunatamente, vediamo che la comunicazione con certi individui, in questo caso con Karamarko, non funziona, ha concluso Oreškovic, che ha anche precisato: «Qualcuno pensava che sarei stato una marionetta. Sono un uomo che ha 25 anni di esperienza nel business alle spalle».
Karamarko, non presente ieri in aula così come gli altri ministri in quota Hdz. Si presenterà questa mattina al Pantovcak, dove la capo di Stato darà il via alle consultazioni con tutte le forze politiche. Il nome su cui l'Hdz punta è ora quello di Zdravko Maric, l'attuale ministro delle Finanze, a cui sono appese le ultime speranze di Karamarko per una sua sopravvivenza politica. Dopo aver dato le dimissioni da vice-premier mercoledì e aver fatto cadere il governo ieri, Karamarko avrà infatti vita breve nel partito nel caso dovesse uscire sconfitto dalle prossime legislative. E per il momento, i sondaggi danno l'opposizione socialdemocratica in vantaggio, Most stabile e l'Hdz in calo.
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