Da “Furlan” alla “Stalletta” il valzer dei ristoranti

Altro giro, altra corsa. Nella roulette infinita della ristorazione triestina, c’è una sola costante: il cambio continuo, quasi schizofrenico delle gestioni. Da Valmaura a Gretta è tutto un tourbillon di chiusure, riaperture, inaugurazioni e altrettanto rapide dismissioni. C’è molta improvvisazione, anche, e forse è questo uno dei motivi caratterizzanti del comparto. Tutti sanno tutto, fino al momento in cui non sono più in grado di pagare una bolletta, saldare un fornitore, gestire la quotidianità. E allora chiudono, e la giostra riparte.
Vediamo dunque di fotografare la situazione del momento, partendo dalle certezze. Dario Rakic da qualche mese, e in particolare dallo scorso Capodanno, ha mollato la Trattoria Sociale di Contovello, per avvicinarsi alla città. La prima tappa, chiamiamola così, di avvicinamento, si chiama Trattoria Al Faro, posto dalla vista strepitosa ma inesorabilmente agganciato alla stagionalità. Come in un puzzle impazzito, o in un Monopoli “de noantri”, il cuoco uscente, Vincenzo Vitola, assieme a uno degli ex gestori e all’ex deus ex machina del “Roma4”, si appresta ad aprire nel cuore della zona pedonale, in via Torino, al posto dell’ex agenzia di scommesse. Dopo Pasqua la nuova location, nome ancora sconosciuto, dovrebbe tirare su le serrande.
Ha dato un’accelerata, dietro l’angolo, anche Penso 2, “offshot” della storica pasticceria di via Cadorna. Aprirà di sicuro prima dell’estate. Rimanendo in via Torino, i beninformati danno come probabili delle novità imminenti per il “Dr 24”, pizzeria con interni da design, che potrebbe modificare la propria “mission”.
A due passi da lì ha tirato giù le serrande, provvisoriamente, il “Ritrovo Marittimo”. Dovrebbe comunque riaprire a breve, con una cucina più “light” soprattutto dal punto di vista economico.
E lo staff precedente, quello che faceva capo a Massimo Cigotti? Non è emigrato, si è spostato dietro l’angolo, rilevando il “Dalì”, che per il momento mantiene almeno il nome, se non la tipologia.
Le Rive sembrano non aver pace. E meno male che sono il posto più ambito dai ristoratori... Ha cambiato gestione “Riva 16” , altre situazioni sono in divenire, come ad esempio l’ex Ottaviano Augusto, nella Riva omonima, al culmine di un infinito lavoro di ristrutturazione che ha coinvolto tutta la casa, per l’inserimento dell’ascensore.
E non crediate che in periferia le situazioni siano meno convulse. In Costiera, ad esempio, Alessandro Centis della Tenda Rossa si è convinto della necessità di abbinare al suo locale specializzato in pesce un altro che fa della carne il punto forte. Detto e fatto: riaperto per l’occasione quel “bonbon” del Vanilija di Sistiana, sperando che stavolta la gestione sia meno meteorica. Addirittura la paninoteca “Alle Corse” di Montebello ha passato la mano e ha trasferito i suoi mitici panini a Borgo San Sergio, all’interno dello storico “Marea”. Cambia, dopo una vita, anche “Furlan”, autentico totem di Monrupino, che dal 27 presenterà una nuova gestione. E in Gretta è già arrivata al capolinea l’avventura del “Rugantino”, cucina e tradizioni romane, a conferma che quella location, l’ex “Bellavista”, non porta proprio bene...
Finito? Macchè. C’è un locale tra quelli più amati dai triestini che ha ha riaperto. Da ieri sera la “Stalletta” di via Giuliani si ripropone alla città con la classica offerta di stuzzicherie da banco e carne alla griglia. Il posto ha ospitato generazioni di crapuloni, sportivi, interisti, amanti della sua atmosfera che era obiettivamente inarrivabile. Speriamo nel meglio.
Più indolore, infine, l’imminente spostamento dell’enoteca all’Etrusco di via Crosada a pochi passi di distanza, vicino alla via Capitelli, in un posto che consentirà maggiori dimensioni. E il vecchio “foro”? Già assegnato, pare. La fame di questa città sembra non aver fine...
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