«Da quel cortile odore di carne bruciata»

Il racconto di una vicina di casa di Garimberti a “Chi l’ha visto?” conferma un rapporto della polizia al magistrato
Di Laura Borsani
Bonaventura Monfalcone-28.11.2013 Chi l'ha visto-Testimone-Polentarutti-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-28.11.2013 Chi l'ha visto-Testimone-Polentarutti-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Era uscita in terrazzo, richiamata da un odore acre e nauseabondo che le aveva invaso l’appartamento. Nel cortile dell’abitazione di Roberto Garimberti, in via Carducci, si levava ancora del fumo. «Una sorta di falò. Quell’odore mi aveva fortemente infastidita, mi aveva riempito tutta la casa. L’ho riconosciuto, era simile a carne bruciata...».

A parlare, offrendo la sua testimonianza alle riprese della trasmissione di “Chi l’ha visto?”, andata in onda l’altra sera, è una vicina di casa, abitante nella palazzina di fronte. Un falò “anomalo”, che pure la Polizia aveva segnalato a suo tempo, in un rapporto inviato alla magistratura. Il ricordo le torna alla mente, tanto da riuscire a collocarlo nella primavera di un paio di anni fa: «Non avevo ancora la mia piccola gattina», ha spiegato la donna. Una rivelazione che aggiunge un nuovo elemento, utile a far luce sulla morte del 40enne monfalconese, Ramon Polentarutti, scomparso nell’aprile 2011, i cui resti sono stati rinvenuti un anno dopo in un sacco nero finito nelle griglie di raffreddamento della centrale. Il legale della famiglia Polentarutti, rappresentante di parte civile, avvocato Ilaria Celledoni, aveva subito presentato al pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Giuseppe Salvo, istanza di audizione della donna. Il suo terrazzo s’affaccia sul cortile che il 14 novembre era stato nuovamente teatro delle perlustrazioni degli investigatori, quando, con tanto di georadar e il cane molecolare, erano stati rinvenuti altri frammenti ossei, che potrebbero essere di origine umana. Era stato disposto il sequestro, sigillando anche due stanze dell’abitazione. Nel giugno scorso, erano saltati fuori i primi reperti che i Ris di Parma hanno confermato essere umani, senza però poterne appurare l’identità. Il nuovo sopralluogo in via Carducci s’era avvalso di una ventina tra esperti del Servizio centrale operativo di Roma, della Scientifica di Padova e i cinofili. E la vicina di casa aveva così fornito il suo ricordo alla giornalista della trasmissione di Rai3, Chiara Cazzaniga, accolta in casa per seguire dall’alto le operazioni inquirenti. Un episodio che la donna non ha dimenticato. Quell’odore acre e pungente le era capitato di sentirlo anche durante un intervento di bruciatura di alcune verruche. Perchè solo ora ha deciso di parlare? La madre di Ramon aveva rivolto il suo accorato appello: «Chi sa parli». Le sorelle hanno più volte sollecitato la verità sulla morte del fratello. Evidentemente, la vicina di casa ha reso pubblico il suo ricordo quando ne ha compreso l’importanza, alla luce dell’evolversi degli eventi: quell’odore poteva non essere, come pure aveva anche pensato, frutto dell’incenerimento di uno dei cani di Garimberti.

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