Da Trieste l’allarme dei farmacisti: «La legge apre la strada ai colossi»

IL DIBATTITO
«Il rischio è che cinque grandi compagnie possano possedere tutte le farmacie italiane». Questa la denuncia di Andrea Mandelli, presidente della Federazione ordini dei farmacisti italiani, in occasione del convegno organizzato da Federfarma Trieste sulle nuove sfide della professione.
Tanti i temi al centro dei lavori, su tutti però la legge approvata nel 2017 dal Parlamento che «dovrebbe liberalizzare - ha spiegato Mandelli - ma in realtà ci porta verso un oligopolio visto che le 20 mila farmacie italiane potrebbero finire in mano a cinque gruppi, magari stranieri, che pagherebbero le tasse fuori dal Paese. L’unico tetto imposto dalla norma è quello che si può possedere fino al massimo del 20% del totale delle farmacie. Su questa legge, come Federfarma, abbiamo sempre fatto una grande battaglia, non perché siamo convinti che non possa entrare un grande capitale ad aiutare in un momento di crisi economica, ma perché ci deve essere un controllo come avviene anche in altri ambiti professionali». Quello delle farmacie, è emerso durante i lavori, è un settore particolare visto che ci possono essere dei risvolti sociali importanti.
«Ci sono farmaci nuovi - ha aggiunto Mandelli - che stanno per fortuna cambiando la nostra vita e quella dei nostri figli visto che saranno in grado di eradicare patologie anche importanti. L’auspicio è che le farmacie possano anche “controllare” che il paziente segua nel modo corretto la terapia prescritta dal medico. Questo - ha aggiunto il presidente nazionale di Federfarma - potrebbe consentire allo stato di risparmiare risorse importanti». Per quanto riguarda le sfide del futuro a livello nazionale partirà a breve una sperimentazione in nove regioni della “Farmacia dei servizi”, ovvero con il paziente che può trovare una serie di analisi e test.
Il presidente di Federfarma Trieste Marcello Milani, auspica di poter arrivare a un accordo con la Regione Fvg per avviare anche sul territorio quest’iniziativa. I farmacisti non si sostituirebbero ai medici, ma fornirebbero un supporto pratico. —
A.P.
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