Dai campi emerge una strada romana

Secondo uno studioso si tratta della consolare Aquileia-Lubiana. Vicino i resti del ponte sull’Isonzo della Mainizza
Di Stefano Bizzi

FARRA. Pietre: sembrano solo pietre; pietre qualsiasi in un campo arato e, a trovarcisi in mezzo, non danno nessuna emozione particolare.

A guardarle da lontano, danno però l’idea di una strada dai contorni indefiniti. Sono probabilmente i resti dell’antica via consolare che univa Aquileia a Emona, l’odierna Lubiana. Le pietre sono emerse in un appezzamento delimitato su un lato dal borgo Mainizza, sull’altro dalla strada regionale 351 e, in ultimo, dall’Isonzo. Dopo che la terra è stata smossa da un aratro, sulla superficie si intravedono delle strisce di colore più chiaro e proprio in quelle zone la densità di pietre è maggiore. I resti del ponte romano che attraversava il fiume si trovano ad appena un centinaio di metri e se c’era un ponte, doveva esserci necessariamente anche una strada.

A segnalare il fenomeno al Piccolo e alla Sovrintendenza ai beni archeologici di Trieste è Riccardo Cecovini, giovane goriziano con la passione dell’archeologia. Laureato in Storia medioevale con una tesi proprio sull’antica via Aquileia-Emona, passando in macchina si è accorto del fenomeno e si è fermato a studiarlo. «La striscia – nota il ragazzo – emerge a circa 100-120 metri dalla strada odierna e ha un orientamento nordest-sudovest. Solo ad un centinaio di metri dalla chiesetta della Mainizza le tracce sul terreno curvano verso est in direzione dell’Isonzo, proprio all’altezza del ponte romano. In direzione opposta, i segni continuano sotto un vigneto, ma si notano comunque».

Nel ricordare che la striscia ha una larghezza di 10-15 metri ed è formata da ciottoli di varia grandezza mescolati a materiale sabbioso, Cecovini osserva anche che, nelle vicinanze, un’altra macchia bianca sembra indicare i resti di un edificio. «Da una sbrigativa analisi superficiale – prosegue – ho notato la presenza di rari frammenti di mattoni, a prima vista antichi. Non credo di sbagliarmi nell’affermare che si tratti dell’emersione, in seguito ad aratura, dei resti dell’antica via romana».

Come spiega anche il sindaco di Farra, Alessandro Fabbro, delle macchie si è accorta anche l’amministrazione comunale che, per studiare meglio il fenomeno, ha chiesto a Luciano Bittesini, presidente dell’aeroclub Volo Isonzo, di effettuare delle fotografie aeree. Le immagini dall’alto permetteranno di avere un quadro d’insieme migliore e potrebbero dare nuove indicazioni. Di certo c’è che la scorsa estate, nel corso degli scavi di verifica preliminare ai lavori di trasformazione in autostrada del raccordo Gorizia-Villesse, non lontano dal ponte romano, erano già venuti alla luce alcuni resti dell’antica via romana Aquileia-Emona. Al lato della strada, gli archeologi avevano anche scoperto, dentro una semplice fossa del terreno, una sepoltura risalente al periodo tardoantico- altomedievale. Dell’analisi della sua corporatura gli esperti avevano poi ipotizzato che si trattasse di un uomo sui trent’anni.

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