Dai cavi elettrici ai panini alla piastra I vent’anni della “saga” del Mini Pub

la storia
Quei decisi richiami all’Oktoberfest e al culto dei sapori della cucina alla piastra, forti come l’amore per il calcio e per un lavoro sognato, voluto e difeso sin dall’adolescenza. Eccoli i temi che hanno colorato il traguardo dei 20 anni del Mini Pub, lo storico locale di via Gatteri 34 guidato, anzi, animato da Massimo Federici, classe 1971, tra gli ultimi testimoni della conduzione tipica triestina giocata tra toni casarecci ma accoglienti, avvolti da gusti e abbondanza.
Vent’anni dunque: un compleanno speciale che il Mini Pub celebrerà nella serata di mercoledì, quando la festa porterà al racconto del vissuto, accompagnato prevedibilmente da una giostra di brindisi e dal monito classico del luogo, quello che suona “Ai nostri sogni..”. E anche per Max Federici il lavoro da ristoratore è stato in pratica il vero sogno di vita, coltivato sin dai 15 anni, periodo dell’inizio di una gavetta piuttosto intensa vissuta al Bar Adria, sua prima scuola sul campo: «Ho appreso le basi fondamentali – ricorda – da come imbottigliare il vino a come saper tagliare il prosciutto. Da questo sono andato avanti, cercando di apprendere il più possibile e di capire come deve muoversi un bravo ristoratore». L’apprendistato continuerà, attraverso altre tappe e altri contesti, lavorando a Basovizza e poi soprattutto a Muggia negli anni ’90, tra trattorie e ristoranti. Mai una crisi? Non proprio. Succede che per un breve periodo Federici mediti altre strade, quella dell’elettricista ad esempio, provando a seguire un percorso frutto di un ciclo di studi. Non funzionerà. «È durato meno di un anno», rammenta ancora il mentore del Mini Pub: «Avevo capito che la mia strada era altrove, dietro un banco». Sarà così infatti. Via gli attrezzi da elettricista ed ecco una nuova avventura in cucina, questa volta destinata a segnare il cuore e l’esistenza: «Scopro la possibilità dell’acquisto di un locale tutto mio – rievoca – e sento di fare la cosa giusta, impegnandomi, e non poco, anche economicamente». Nasce così il nuovo Mini Pub. È la fase storica che segna un passaggio epocale, quello dei panini cucinati dalle tostiere alla piastra, spunto coniugato all’avvento di birre più ricercate, specie di marca bavarese, in grado così di abbattere l’antagonismo dello spritz triestino d’autore.
In cucina il Mini Pub punta su sapori decisi, marcati, dove la carne danza affiatata con salse, uova e verdure, e dove il kren a volte sale in cattedra per lasciare il segno tra gli occhi e il palato. Emblematico il nome di una delle specialità della casa, il panino Jolly, dove il colesterolo è messo alle corde dalla presenza delle patatine fritte, dentro l’impasto naturalmente. A contribuire alla continuità del Mini Pub e alle sue prime venti candeline, anche il forte richiamo al calcio e, soprattutto, all’Octoberfest. Sì, perché una delle passioni palesi è la partecipazione alla saga bavarese, i cui riverberi sono connessi all’ambiente, non solo in fatto di prodotti ma anche di forte aggregazione di festa. Come quella di mercoledì, da tradurre con un ventennio di “Ai nostri sogni”.—
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