Dai fasti degli anni ’70 al declino

Al tempo dei “jeansinari” il quartiere era preso d’assalto dai clienti d’oltreconfine
«I più giovani forse ricordano solo negozi storici che hanno chiuso di recente, come Marchi Gomma, ma a chi ha qualche anno in più vengono in mente anche altri grandi magazzini come “Giovanni” di via Ghega o i tanti che vendevano quantità industriali di jeans, nei tempi d’oro, nelle vie vicine». Fermandosi tra i bar del Borgo Teresiano, gli anziani conservano la memoria di una zona della città che per lungo tempo era identificata come l’area privilegiata per lo shopping, e comprendeva tanti negozi ma anche i mercatini che si trovavano tra piazza Libertà e piazza Ponterosso.


«Passeggiare qui soprattutto negli anni Settanta e Ottanta - dice una signora - era un piacere. Ovunque c’era gente con grandi borse e dai commercianti trovavi di tutto. Adesso c’è molto abbigliamento e ancora tanti cinesi, ma tutto è diverso, tanto diverso. Per chi come noi ha vissuto quei periodi lì, il confronto è piuttosto deludente. Meglio ricordare questa zona com’era quel tempo».


«Il sabato poi c’era un vero e proprio assalto di acquirenti - prosegue la residente -. Il traffico era tale e la quantità di persone in strada così massiccia che si faticava anche a camminare in alcune zone. Vedevi le Rive stracolme, tutti volevano venire qui e per i commercianti gli affari erano incredibili. Sono stati momenti straordinari per tante persone che lavoravano senza sosta, ma anche per noi semplici cittadini: vedere Trieste così viva era sicuramente bello e divertente».


A ricordare ai più giovani com’era il Borgo Teresiano nel momento di maggior splendore ci ha pensato anche il documentario “Trieste, Jugoslavia”, diretto da Alessio Bozzer da un soggetto di Wendy D’Ercole e prodotto da Videoest, in coproduzione con Missart (Zagabria) e Al Jazeera Balkans (Sarajevo), con la collaborazione di Rai Cinema e HRT Croazia, stato realizzato con il contributo del Fondo Audiovisivo FVG e della Film Commission FVG. Presentato al Trieste Film Festival e proiettato in diverse location come la Sala Tripcovich e il cinema Ariston, il filmato, attraverso testimonianze, racconti, simpatici aneddoti, fotografie e riprese dell’epoca, ricostruisce il massiccio afflusso di acquirenti, che arrivavano in auto o con i pullman, con viaggi oltreconfine per spendere i proprio soldi tra negozi e bancarelle della città.


Dalla fine degli anni ‘50 fino ai primi anni ’90, piazza Ponterosso e il Borgo Teresiano infatti rappresentavano, per tutti i cittadini dell’allora Jugoslavia, la destinazione favorita per le compere. Tutti i sabati arrivavano autobus e treni pieni di persone, che provenivano da città di Lubiana, Zagabria e Fiume, dalle più distanti come Belgrado, Sarajevo, Nis e Pristina e ancora da tanti paesi più piccoli, milioni di persone pronte a spendere per acquistare soprattutto jeans, oggettistica e caffè. A vedere le immagini dell’epoca pare quasi si tratti di un’altra città, se confrontate con l’aspetto attuale delle strade.
(mi.b.)


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