Dai grandi ristoranti alle osmize nascoste In 240 pagine i mille gusti triestini

Presentata la nuova Guida ai sapori e ai piaceri del territorio Racconta le eccellenze ma senza voti: quelli li lascia al lettore



Dalla minestra di kren di Mario Suban, «parte della cultura culinaria triestina dai tempi dell’Austria Felix», alle seppie in umido di Mirsada Samarzdic. Sono solo alcuni dei piatti della memoria autografati dai ristoratori più in vista della zona e raccontati nella nuova Guida ai sapori e ai piaceri di Trieste e dintorni 2019.

Realizzato per il secondo anno di fila all’interno della collana Guide di Repubblica assieme al Piccolo e presentato ieri al Salone degli incanti, il volume è già in vendita in edicola (240 pagine, 9,90 euro più il prezzo dell’uno o dell’altro giornale) e lo è pure allo stand del Piccolo, all’interno del Villaggio Barcolana. Sarà in seguito reperibile in libreria, su Amazon e Ibs e sullo store digitale al link bit.ly/GuideRepubblica. Al contrario di quanto annunciato in precedenza, invece, oggi non ci sarà la presentazione alla libreria Feltrinelli.

All’interno del libro non si trovano solo ricette ma anche recensioni (168 ristoranti, 26 buffet, 41 osmize, 62 botteghe del gusto, 18 dimore di charme e, ancora, produttori di vino, olio e birra artigianale). Ampio spazio, infatti, è dato ai luoghi, oltre che ai gusti: dai musei agli itinerari urbani, fino a sconfinare sul Carso e sul Collio. Si seguono così le orme del poeta Alojz Gradnik, originario delle campagne della Brda slovena. Si scoprono le perle del Carso goriziano, oltre che triestino, tenendo un piede in Italia e l’altro nell’ex Jugoslavia. Un’inedita sezione è infine dedicata alla Barcolana, con i personaggi e la storia dei primi cinquant’anni della regata più affollata del mondo.

«Non tutte le città hanno una guida dedicata, professionale, prodotta dal più grande gruppo editoriale italiano. È giornalistica nel senso che racconta le eccellenze del territorio senza darvi un voto: ciò spetta al lettore», ha detto il direttore del Piccolo Enzo D’Antona. «La nostra è una delle città con il più alto numero di locali pubblici in rapporto al numero di abitanti – ha affermato il presidente della Barcolana Mitja Gialuz –. È complessa, proteiforme, ma ama il buon vivere. E la Barcolana vuole coinvolgerla. La guida racconta tutto ciò in maniera intelligente». L’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro si è augurato di «superare, assieme al sindaco, il milione di turisti annuo. Trieste è il “balcone” della Mitteleuropa. Il suo porto ed emporio si riflette nell’incrocio di cucine e dialetti».

Il direttore delle Guide di Repubblica Giuseppe Cerasa ha raggiunto telefonicamente la platea: «Un’influenza fastidiosissima mi trattiene a Roma ma ci tengo comunque a ringraziare la Regione, il Comune, la Barcolana e tutta la squadra. L’anno scorso è stato un trionfo. Spero che quest’anno si ripeta. Ci abbiamo messo il cuore».

«È stato entusiasmante lavorare su questo mix di popoli, culture e cucine – ha aggiunto la coordinatrice nazionale della Guida Francesca Romaldo – che è importante valorizzare soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo: abbiamo molto da imparare da Trieste».

Furio Baldassi, referente locale del volume, ha sottolineato che «la cucina triestina è unica al mondo e si vede soprattutto nei giorni di Barcolana, quando i buffet sono presi d’assalto dagli skipper affascinati dal profumo del cotto, che per noi è parte del bagaglio culturale acquisito fin dalla culla». Ha concluso il sindaco Roberto Dipiazza: «Da qualche anno sta succedendo una cosa inedita. La città, grazie anche al Piccolo, sta lavorando assieme. Il riconoscimento più bello ce lo danno le persone che vengono a vedere Trieste, multietnica e multireligiosa, che continuerà a crescere». —



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