Dalla Transilvania nel ricordo del vescovo-soldato
SAGRADO. Il turismo si fa anche valorizzando i singoli episodi della Grande guerra. Per ricordare il centesimo anniversario dal ferimento sul Carso di Aron Marton, nei giorni scorsi a San Martino è arrivato un gruppo di pellegrini dalla Transilvania. Il viaggio è stato organizzato dal Postulato per la Beatificazione di Aron Marton della Santa Sede. Il 12 giugno 1915, tre giorni dopo la laurea, quello che dal 1938 al 1980 sarebbe poi diventato il vescovo di Transilvania, venne chiamato alle armi per combattere con la divisa austroungarica. Inquadrato inizialmente nell’82.mo reggimento, il 6 novembre del 1915 venne inviato sul fronte dell’Isonzo nelle file del 61.mo reggimento di Timisoara. Il 19 luglio 1916 venne ferito a una spalla da un colpo di fucile mentre combatteva alle porte di San Martino. Fu la prima delle tre ferite che subì durante la guerra. Una volta a casa, dopo una parentesi da tornitore, decise di entrare in convento ad Alba Julia.
Completati gli studi teologici, nel 1924 cominciò il suo percorso pastorale come sacerdote e alla vigilia di Natale del 1938 fu nominato vescovo da papa Pio XI. Rimase famoso un suo discorso di protesta sulla nuova guerra che si stava avvicinando e, successivamente, contro la deportazione degli ebrei del 18 maggio del 1944 a Cluj. A seguito di una lettera scritta al Primo ministro, al ministro degli Interni e all’ufficio di polizia per impedire la deportazione degli ebrei, venne espulso dalla città.
Dopo la Seconda guerra mondiale, in Romania fu strenuo difensore dei diritti umani durante la dittatura comunista. Più volte incarcerato, morì a 84 anni mentre si trovava agli arresti domiciliari. Alla memoria di Aron Marton nel 1999 l’Istituto “Yad Vashem” di Gerusalemme ha assegnato il titolo di “Giusto”.
Ad accompagnare gli oltre cinquanta pellegrini dell’arcidiocesi di Alba Julia sui luoghi dove probabilmente crebbe nel soldato Aron Marton il desiderio di abbracciare la vita pastorale sono stati i volontari del Gruppo speleologico carsico. L’associazione di San Martino collabora, infatti, da alcuni anni con monsignor Gergely Kovács, referente della causa di beatificazione da parte del Pontificio consiglio della cultura del Vaticano.(s.b.)
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