Dalle tavolate di sportivi fino agli ospiti vip I trent’anni del ristorante “C’era una volta”

la storia
Il ristorante “C’era una volta” di via di Giarizzole compie trent’anni. Un traguardo che il locale festeggerà privatamente domenica, con la grande famiglia che si occupa della gestione diretta da sempre, e con alcuni clienti storici. «In realtà è da 70 anni che lavoriamo in questo settore – puntualizza il titolare Renato Tugliach –, è ormai la quarta generazione, si continua con grande passione e la voglia di portare avanti la tradizione».
Sui muri del ristorante tutto parla di sport, qui per anni hanno mangiato le principali squadre di calcio e basket della città, ma lo stesso Renato è stato un giocatore di talento in passato. «Una carriera calcistica soprattutto negli anni ’70 (anche nella Triestina, ndr) – racconta mostrando foto e maglie – fino a quando ho deciso di appendere le scarpette al chiodo e dedicarmi al locale. Sono stato sempre un po’ ribelle ma amavo molto lo sport. Il calcio mi ha portato anche a disputare partite con la nazionale. Poi è arrivato il momento di fermarmi e di cambiare. Quindi ho ristrutturato questo edificio, dove prima c’era un magazzino, e il 19 novembre del 1988 è stato tutto risistemato, portando alla luce le travi a vista, costruendo il grande caminetto in pietra e creando quest’atmosfera familiare, rimasta poi invariata nel tempo».
Accanto a lui il figlio Matteo e gli altri parenti, impegnati a lavorare o comunque a dare una mano con affetto, tra cucina e le sale. «Qui è passata tanta gente, personaggi famosi come Vittorio Sgarbi e tanti, tantissimi sportivi – dice ancora Renato –. Ricordo tutto il ristorante pieno di cestisti e staff, all’epoca della Stefanel e qualche anno dopo. Anche la Triestina qui era di casa, in particolare a metà degli anni ’90. Era un punto di ritrovo per molti, che dai campi e dalle palestre vicini si davano appuntamento per pranzi o cene, dopo gli allenamenti o le partite».
Renato ricorda con piacere la sua parentesi sportiva, che trapela da vecchie foto, t-shirt sotto vetro e pure una sua riproduzione a grandezza naturale, rimasta in un angolo. Su tutto prevale comunque l’amore per la cucina, trasmesso ai tre figli. «Negli ultimi anni la concorrenza a Trieste è grande in questo settore, ma noi continuiamo sulla nostra strada, sempre con entusiasmo – sottolinea Renato –. Ci sono triestini che vengono abitualmente a mangiare, ci sono meno sportivi di un tempo, ma ci sono anche tantissimi clienti da fuori città. Fa piacere che la nostra offerta sia apprezzata».
Domenica dunque, nel giorno di chiusura, si spegneranno le trenta candeline, con un rinfresco a porte chiuse. «Sarà un momento tutto per noi – spiega in proposito il figlio Matteo – e con alcuni clienti particolarmente affezionati. Nessun festeggiamento in grande stile, sarà un’occasione per stare tutti insieme, vista la nostra grande famiglia, e poi si riparte come sempre». —
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