D’Amato leader degli invisibili E che fine ha fatto Collini?

Dopo quella degli Amici&Disperati proposta da Renato Fiorelli ecco ora la lista Movimento popolare degli invisibili decisa a scendere in campo per il rinnovo del Consiglio comunale di Gorizia....

Dopo quella degli Amici&Disperati proposta da Renato Fiorelli ecco ora la lista Movimento popolare degli invisibili decisa a scendere in campo per il rinnovo del Consiglio comunale di Gorizia. Candidato sindaco è Roberto d’Amato, dipendente Ata con la passione della storia e della politica e già consigliere comunale a Moraro. Candidato vicesindaco è Franco Bertin, ex delegato sindacale della Cgil nella sanità. I due sono rispettivamente presidente e vicepresidente del movimento. D’Amato e Bertin stanno incontrando la cittadinanza per spiegare il loro progetto politico e attendono adesioni per formare la lista. Gli esponenti fanno sapere che il loro movimento si pone sostanzialmente in netta contrapposizione alla cosiddetta partitocrazia e annunciano che gli appoggi più graditi al loro progetto potranno venire da persone comuni definite “non blasonati della politica”. Anche in questo caso come in quello di Fiorelli l’obiettivo è raccogliere il malconento crescente nella società goriziana e interecettare il disorientamento di coloro i quali non comprendono come Pd e Pdl possano votare assieme a favore del governo Monti. Ma, ovviamente, il programma di d’Amato e Bertin è molto più articolato e i cittadini interessati possono rivolgersi direttamente a loro per saperne di più.

Detto questo viene spontanea la riflessione su quanto la campagna elettorale di Gorizia sia in questo momento estremamente blanda, per usare un eufemismo. In campo un solo candidato ufficiale, Giuseppe Cingolani. Il sindaco Romoli infatti non ha ancora formalmente sciolto le sue riserve: l’avrebbe dovuto fare a fine novembre. Si dovrebbe votare la prima domenica di maggio. C’è tempo.

A prosito di candidature siamo ancora sommessamente in attesa dalle persone che l’avevano sostenuto di conoscere il destino di Roberto Collini. Ma anche in questo c’è tempo.

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