Danieli inaugura lo stabilimento in Russia

Realizzato a Dzerhinsk con un investimento di 60 milioni di euro, occupa 150 addetti. Ritorno d’interesse per l’Iran
Di Massimo Greco

TRIESTE. Danieli, uno dei gruppi protagonisti a livello mondiale nella costruzioni di impianti per la siderurgia, sviluppa tous azimuts la sua politica industriale internazionale. Una decina di giorni orsono il gruppo friulano ha inaugurato lo stabilimento in Russia, mentre di recente il leader dell’azienda, Gianpietro Benedetti, ha lanciato una proposta di collaborazione industriale in Iran. Due settimane addietro, inoltre, è stata diffusa la notizia relativa a una commessa da 100 milioni di dollari, piazzata in Oman al colosso indiano Jindal.

Se i mercati europeo-occidentali persistono nella debolezza, allora Danieli cerca altrove opportunità di crescita. E dopo Cina, Thailandia, India ecco un altro fronte aperto sulle nuove economie. Danieli Volga ha effettuato il suo sbarco produttivo in Russia nella città di Dzerhinsk, situata nella regione di Nizni Novgorod (l’ex Gorkij). Dzerhinsk, a suo tempo sede di un grande polo chimico, era nota come una delle zone più inquinate della Russia. Il gruppo di Buttrio vi ha investito una sessantina di milioni di euro e ha dato lavoro a oltre 150 addetti. La fabbrica russa si dedicherà all’impiantistica siderurgica, guardando ai 5-6 grandi produttori russi in grado di connettere l’intera filiera, dal minerale alle finiture.

Il parziale scongelamento dei rapporti tra Iran e Occidente potrebbe inoltre consentire a Danieli di ritessere le fila della presenza nel Paese asiatico. Secondo fonti di agenzia iraniane, il presidente Benedetti ha incontrato a Teheran Mahdi Karbasian, direttore della potente holding Imidro (Iranian mines and mining industries development and renovation organization), proponendo la costruzione di una fabbrica a Shahreza, nella centrale provincia di Isfahan. Tempi previsti una quindicina di mesi. Il gruppo friulano metterebbe a disposizione competenze ed esperienze maturate negli anni di collaborazione con le imprese iraniane che operano nel comparto dell’acciaio.

Questi movimenti avvengono alla vigilia della seconda trimestrale, che verrà analizzata giovedì 27 dal board Danieli. Ovviamente nulla trapela da Buttrio, se non l’auspicio che il periodo ottobre-dicembre dia maggiori soddisfazioni rispetto a quanto abbiano fornito i tre mesi estivi. L’andamento degli acciai speciali, concentrati nei siti Abs di Cargnacco e della croata Sisak, dovrebbero confermare il positivo abbrivio del secondo semestre 2013. Resta più complessa la situazione del “plan making”, che rappresenta i 2/3 del business Danieli: la produzione mondiale di acciaio decelera, di conseguenza anche la fabbricazione di macchinari ne risente. India, Cina (soprattutto per il miglioramento dell’impatto ambientale), Emirati, Africa, Nord America i mercati più interessanti, fiacco il polso del Vecchio Continente. Qualche aspettativa per l’Italia, se l’imprenditoria siderurgica risolverà i problemi finanziari.

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