D’Atri: «Boom di nati ma con lo staff ridotto il servizio è a rischio»

Nel 2014 a Monfalcone 620 bebè con un incremento di 150 Alla guida un medico facente funzioni e solo 9 professionisti
Di Laura Borsani

Boom di nascite a Monfalcone, a fronte di un trend in costante salita. Il Punto Nascita, infatti, ha chiuso il 2014 a quota 620 bebè, con un saldo rispetto all’anno precedente di 150 nascite in più. Un dato che coincide con l’avvio dell’accorpamento del servizio al San Polo, seguito alla chiusura del reparto di Gorizia, dove sono rimaste le sole attività ambulatoriale e di diagnosi pre-natale. Il dottor Attilio D’Atri ha lasciato l’incarico di primario due mesi fa, andato in quiescenza il primo febbraio scorso. A reggere ora il Servizio è il dottor Giovanni Alescio, in qualità di facente funzioni, in attesa del bando di concorso. D’Atri lo fa subito presente: «L’andamento di crescita del Punto Nascita del San Polo era già chiaro prima dell’unificazione del servizio, avendo consolidato un saldo di 80 nascite in più rispetto al 2013». E osserva: «La prima amarezza, quando fu chiuso il Punto Nascita di Gorizia era stata sentire le donne goriziane chiedersi: “Dove dobbiamo andare a partorire?”, come se Monfalcone, a pochi chilometri di distanza, non esistesse».

Tre giorni fa una goriziana ha partorito in ambulanza.

Non lo ritengo un caso d’allarme. I collegamenti stradali non mancano, in autostrada si impiegano 15 minuti. Se poi si vuole strumentalizzare è un altro discorso.

È indubbio che ha lasciato un’eredità di peso, consegnando un reparto che ha i numeri e i requisiti per rappresentare un riferimento territoriale e di attrazione...

Ho lasciato un reparto in piena attività, ma non nascondo un certo timore...

Di cosa si tratta?

L’impegno assunto dalla Regione al fine di assicurare il Servizio a Monfalcone e l’attività ambulatoriale a Gorizia era quello di poter contare su un organico medico di 12 unità, oltre al primario. Alla mia quiescenza è seguita quella della dottoressa Sciascia, avvenuta il primo marzo, mentre il dottor Nolfo andrà in pensione a fine anno, dovendo peraltro smaltire 100 giorni di ferie. Attualmente, il reparto conta 9 medici, oltre al dottor Alescio facente funzioni di primario.

Lo ritiene quindi insufficiente?

Se non si provvederà alle opportune sostituzioni, si rischia di vanificare il lavoro prodotto. Un’equipe composta da 12 medici ad affiancare il primario è condizione imprescindibile per garantire il servizio, considerando che è in crescita e che quindi la mole di lavoro è in costante aumento. È pertanto necessario mantenere le stesse condizioni di organico che ho lasciato in reparto, anche a fronte dell’implementazione del servizio, attraverso l’assistenza territoriale post-partum.

Come ha vissuto il percorso culminato nell’accorpamento del Servizio, che ha rappresentato il primo grande effetto della riforma sanitaria regionale?

Prima dell’unificazione ho garantito una funzione di primariato a scavalco tra Monfalcone e Gorizia. È stato un periodo impegnativo, in quanto per carenza di personale, si è andati avanti grazie allo spirito di sacrificio dei medici, i dottori Alescio, Nolfo e Castello. Con la chiusura del Punto Nascita di Gorizia non sono mancate le reazioni. Ricordo le proteste all’insegna della volontà di andare a partorire a Palmanova...

Ma ora le donne goriziane si avvalgono del Servizio monfalconese?

Buona parte si sono rivolte al San Polo. Mi risulta, peraltro, che anche i dati dei primi mesi di quest’anno siano in crescita. Ormai il Punto Nascita di Monfalcone offre una gamma di servizi completa, la partoanalgesia 24 ore su 24, il travaglio in acqua, che ha rappresentato sempre un fiore all’occhiello e forse ancora poco valorizzato, e soprattutto il parto naturale. Tutto grazie alla professionalità e all’entusiasmo del gruppo di ostetriche che, con l’arrivo anche delle colleghe da Gorizia, stanno facendo un ottimo lavoro. Sono state anche addestrate per assistere i parti cesarei, senza quindi dover avvalersi degli strumentisti, comportando una maggiore rapidità negli interventi. A loro ho dato massima libertà e sono stato ben ripagato per questa scelta.

Quindi al San Polo opera una squadra preparata, a fronte di un’organizzazione ben pianificata?

Non c’è dubbio. Sul Punto Nascita di Monfalcone le donne possono tranquillamente fare affidamento, medici e ostetriche sono dotati di grande esperienza e professionalità.

Qual è la capacità di degenza attuale del reparto?

Sono circa 13 posti letto rispetto ai 10 antecedenti l’accorpamento e con la possibilità di ulteriori aumenti.

Cosa pensa della riforma sanitaria in corso?

Ritengo che si debba puntare sull’ottimizzazione organizzativa piuttosto che sui tagli. Certo, il personale rappresenta il costo maggiore, ma a mio avviso non si può adottare la logica del risparmio: sovraccaricare il personale non può che diventare controproducente.

Vuole esprimere un messaggio?

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno collaborato con me con grande spirito di squadra. Tuttavia, dopo 35 anni trascorsi a servizio dell’Azienda ho dovuto constatare che non ci sia stato un dirigente che mi abbia detto “grazie”.

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