De Rigo: «Resistiamo ma la crisi è pesante Puntiamo all’estero»

RONCHIDEILEGIONARI. Nessuna chiusura in vista della De Rigo - Surfrigo refrigeration (ex Detroit) di Ronchi dei Legionari e nemmeno trasferimenti della produzione nello stabilimento-madre di Belluno. È lo stessa azienda a smentire le voci che circolano, attraverso l’amministratore, Giorgio De Rigo che ribadisce «L’abbiamo anche dichiarato a maestranze e sindacati», ma allo stesso tempo avverte: «Inutile illudersi sul piano industriale di gennaio-febbraio, la crisi è gravissima e non si vendono prodotti. Noi cercheremo e cerchiamo già ora di fare l’impossibile, stiamo allargando il panorama dei mercati, cercando in paesi nuovi anche lontani. Ma finchè non c’è la ripresa non cesserà la cassintegrazione».
Si tiene “botta” alla De Rigo a Ronchi dei Legionari finchè è possibile e non ci sarà nemmeno un trasferimento delle produzioni nel nuovo capannone di Belluno. «Quel capannone è stato costruito oltre un annio fa e sono stati già trasferiti macchinari e personale dello stabilimento che abbiamo chiuso a Trichiana - spieda l’ad - per ora non c’è alcuna ipotesi, stiamo solo facendo una razionalizzazione degli uffici amministrativi».
Finora il mercato di riferimento della De Rigo per il 60% era in Italia e per il 40% all’estero. E la crisi ha picchiato durissimo. «Va molto male - conferma l’ad - per il 2012 prevediamo una perdita del 20% sul fatturato che si aggira sui 69 milioni. L’anno scorso abbiamo chiuso quasi in pareggio, quest’anno andremo sicuramente in rosso. Non riusciamo a vendere nulla perchè il mercato è fermo e noi siamo particolarmente esposti in Italia dove la crieri si fa sentire ancora di più».
Ma la situazione è difficile anche nel resto d’Europa dove la De Rigo è presente con la sua rete di vendita di impianti frigoriferi: Spagna, Francia, Inghilterra, Paesi dell’Est.
«È da un anno che c’è la cassintegrazione ordinaria - continua l’ad - e andiamo avanti così finchè si resiste. Il problema è che non si vede la fine di questa crisi e le previsioni sono di peggioramento. In questa situazione economica parlare di piani industriali è ridicolo. Non ci sono ordini e manca lavoro» insiste De Rigo che però non si da affatto per vinto.
«Stiamo cercando di entrare in paesi nuovi - spiega De Rigo - e anche di spostare di più all’estero le nostre vendite rispetto all’Italia. Proprio a Ronchi dei Legionari sono arrivate per questo due nuove persone che seguivano i mercati esteri da Belluno. Ci proviamo anche se è difficile. In Cina non è possibile andare, bisognerebbe produrre lì, c’è troppa concorrenza e siamo fuori. Ma stiamo valutando una nuova strategia di presenza capillare in tutta l’Europa con nuove puntate al far East, in Sud America e in Africa. Stiamo cercando di entrate in paesi che potrebbero accettare il prodotto di qualità made in italy attraverso qualche catena e mercati particolari, anche di nicchia».
Nessuna smobilitazione dunque anche perchè, spiega De Rigo, i tagli sono stati già fatti: «Avevamo quattro stabilimenti, ora ne abbiamo soltanto due: Belluno e Ronchi dei Legionari». Ora però continua la cassintegrazione. «Nonostante la situazione però non voglio essere pessimista, capisco che in giro c’è molta depressione, comprendo anche lo stato d’animo dei lavoratori che sono in cassintegrazione. Abbiamo fatto tutti i risparmi possibili, abbiamo tagliato, ristrutturato anche a Belluno. L’azienda è sana, forte e non manca nulla. Quello che manca è il lavoro perchè il mercato è fermo. Cerchiamo di tenere duro e resistere sperando che cambi qualcosa e che inizi prima o poi la ripresa».
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