Del Pizzo molla Forza Italia per la civica del vicesindaco Nicoli: «Venni è scorretto»

Adieu Forza Italia, bienvenue Monfalcone sei tu. Ciro Del Pizzo, accolto da “esterno” in quota Quagliariello nella lista dei berluscones cesellata da Sandra Savino e Giuseppe Nicoli nella torrida estate 2016, poi 61 preferenze al fatidico voto del 23 ottobre (e 641 le schede intascate da Fi), lascia dopo tre anni i banchi azzurri. Diventati stretti al punto da farlo trasmigrare nei più ampi spazi della civica capitanata da Paolo Venni, vicesindaco. Di ieri mattina in municipio la formalità del passaggio, non commentato da Del Pizzo, che però pare assumerà la veste di capogruppo della civica.
Molto più loquace Nicoli, che l’ha presa bene per quanto riguarda l’ex collega di lista («Auguri e figli maschi con Venni!»), ma non benissimo per il numero 2 di piazza della Repubblica. Ruolo che peraltro fu suo prima della nomina a consigliere regionale, alla morte di Ettore Romoli. Nel commentare ci va giù duro e preannuncia una resa dei conti: andrà da Anna Cisint a reclamare la vicesindacatura, che a seguito delle intese pre elettorali spetterebbe all’alleato, quello del patto della Mariuta, per capirsi. Senza l’assenso di Fi non è detto oggi ci si troverebbe qui. «Anche nei mandati precedenti – esordisce l’azzurro – Del Pizzo ci ha abituato a cambi di casacche, niente di nuovo. Non posso pretendere che siano tutti come Nicoli, dal ’94 con Fi: una razza in estinzione, mi rendo conto». Quasi un dinosauro della politica. «La cosa invece veramente triste – prosegue – è che tutto ciò sia avvenuto senza una parola da parte di Venni. Mi dispiace, perché io con la giunta sono sempre stato trasparente. E la mia azione politica, ogni volta tesa ad appoggiare convintamente il governo di questa città. Lui invece non ha fatto una bella figura. Non tanto nei miei confronti, ma di Forza Italia, che avrebbe potuto reclamare l’incarico di vicesindaco dopo l’uscita di scena del sottoscritto e non l’ha fatto». «Ma lo farà adesso», sibila.
Insomma, vento di tempesta a centrodestra. «Venni si è comportato in maniera scorretta – prosegue Nicoli, che stavolta è un fiume in piena –, eppure con lui ho sempre avuto un rapporto ottimo. Tutto questo evidenzia scarsa sensibilità politica. E di ciò noi di Fi terremo conto in futuro, anche in vista della coalizione alle prossime amministrative. Non sono cose che fanno piacere». Fi «continuerà a sostenere con forza il sindaco», ma se non ci fosse Cisint a correre sarebbe un altro paio di maniche. Quanto alla decisione di Del Pizzo «non stupisce»: «Ha accampato quale ragione l’accordo a livello regionale con Progetto Fvg, di una decina di giorni fa. Ma la notizia era nell’aria almeno da Natale. Ciro non aspettava altro che un’occasione». Un sassolino, però, il consigliere regionale se lo toglie: «Avrebbe potuto dimettersi, così lasciando entrare la prima dei non eletti: sarebbe stato più corretto, visto che lui è diventato consigliere perché Fi ha fatto un risultato tale da conquistare due posti in aula. Quindi, per quanto mi riguarda, deve ringraziare e baciare dove passa la Savino, avendo lei nel 2016 insistito moltissimo per inserirlo in lista».
Ormai, la frittata è fatta. «A quella giunta lì – conclude Nicoli –, in un’ottica 2021, Fi farà molta attenzione. E pure alla composizione delle liste, perché una squadra deve essere coesa e unita. Con questo caso, per me, Venni non si è dimostrato all’altezza di essere vicesindaco. E ciò segnerà il corso dell’amministrazione». Nicoli è già pronto a chiedere la destituzione di Venni per far diventare numero 2 un forzista. Volante? Ma soprattutto: come ne uscirà Cisint? —
Ti. C.
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