Delitto di via Puccini, entra in aula Paniz

TRIESTE È arrivato il giorno del giudizio per Tiziano Castellani, 43 anni, l’ex venditore di aspirapolvere Vorwerk Folletto, accusato dell’omicidio di Nerina Zennaro Molinari, l’anziana di 87 anni uccisa ai primi di gennaio del 2016 nella sua casa di via Puccini 32.

La data fissata dal gip Giorgio Nicoli - che ha accolto le richieste del pm Cristina Bacer - è quella del 28 aprile. Castellani - che si è sempre proclamato innocente - comparirà davanti alla Corte d’assise presieduta dal giudice Filippo Gullotta, a latere Massimo Tomassini. Con loro siederanno i sei giudici popolari che saranno individuati nelle prossime ore. Le accuse, suffragate da una serie di pesantissimi indizi, a carico del rappresentante sono devastanti: omicidio volontario aggravato, rapina e tentativo di disastro.
Secondo le indagini dei poliziotti della Squadra mobile, Tiziano Castellani ha ucciso l’anziana senza pietà: le ha spaccato la schiena con un battitappeto. Poi ha cercato - senza riuscirci - di nascondere la sua colpa tentando di provocare con una fuga di gas il crollo dell’intero stabile, in modo da seppellire le prove sotto un cumulo di macerie. Castellani si difenderà in tutti i modi. E non è certo un caso se qualche settimana prima dell’udienza preliminare ha revocato il mandato al suo legale, l’avvocato pordenonese Maurizio Mazzarella, e ha nominato come difensore di fiducia l’avvocato bellunese Maurizio Paniz, uno tra i più noti penalisti a livello nazionale, ex parlamentare di Forza Italia, noto in regione per aver difeso (fino a ottenere l’archiviazione) Elvo Zornitta, l’ingegnere di Corva di Azzano Decimo, per anni accusato d’essere Unabomber, mentre a Roma da parlamentare persuase molti colleghi sul fatto che Silvio Berlusconi avesse la consapevolezza di una parentela tra Ruby e l’ex presidente egiziano Mubarak.
Con Paniz in aula ci sarà anche l’avvocato Anna Casciarri che fa parte del nutrito team di professionisti (ben 25) che lavorano nell’importante studio legale di Belluno: ha scelto, all’udienza preiminare, il rito ordinario - fatto di testimoni e confronti in aula - evitando così l’abbreviato a porte chiuse. E giocando così il tutto per tutto. Perché è evidente che il rischio concreto per Castellani è l’ergastolo. Parte civile l’avvocato Paolo Codiglia che rappresenta la figlia della vittima.
Non sarà un processo facile. Perché nonostante tutte le ricerche e gli approfondimenti degli investigatori non ci sono prove. Ma ci sono piuttosto gravi, anzi gravissimi indizi. Tutti convergenti a carico di Tiziano Castellani. Che in aula - in seduta pubblica - dovrà spiegare molte cose.
Dovrà smontare uno ad uno quegli stessi indizi che pochi mesi fa hanno convinto i giudici del Riesame a definire l’omicidio di cui è accusato un gesto caratterizzato da «un’efferatezza senza uguali.
È impressionante - per i devastanti effetti provocati sul corpo dell’anziana vittima - la violenza usata per colpirla: violenza oltretutto sproporzionata alle capacità di resistenza e di reazione della donna, ma anche esagerata - sia pure in un’ottica criminale - rispetto alla modestia del bottino conseguibile». Erano spariti dalla casa pochi soldi e alcuni monili di modesto valore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo











