Delitto Rupena, 18 anni a Simsig

Diciotto anni di carcere. È questa la pena inflitta ieri a Giulio Simsig, l’ex gruista di 48 anni che l’11 settembre dello scorso anno uccise a coltellate la sua ex convivente Tiziana Rupena nella villetta di Padriciano di proprietà della madre di lei e dove la donna si era trasferita qualche giorno prima. Il giudice Laura Barresi ha condannato l’uomo per l’omicidio (e anche per il reato minore di violazione di domicilio) senza riconoscere le aggravanti contestate dall’accusa né le attenuanti generiche su cui puntava la difesa.
Il pm Cristina Bacer aveva chiesto per Simsig il massimo della pena - 30 anni con il rito abbreviato per il tipo di reato in questione - contestandogli anche la doppia aggravante della premeditazione e dei futili e abbietti motivi. Il giudice Barresi non le ha invece riconosciute. E, nel contempo, non ha riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche, sulle quali la difesa di Simsig - composta dagli avvocati Sergio Mameli e Pietro Volpe - aveva puntato, sottolineando come l’uomo avesse confessato immediatamente l’omicidio, si fosse «subito pentito» e risultasse incensurato. Inoltre i difensori avevano sempre spinto su un altro punto: a loro avviso, infatti, nella villetta di Padriciano nel settembre del 2011 si era consumato un delitto d’impeto, frutto di un raptus. Su questi punti, gli avvocati, uscendo dal tribunale a sentenza letta dal giudice, hanno già dichiarato che continueranno a insistere in sede di appello. Opposta, l’impostazione della pubblica accusa, per la quale l’azione dell’ex gruista della Fincantieri, innescata secondo il pubblico ministero Cristina Bacer dalla volontà di punire la ex compagna per aver posto fine alla loro relazione, era stata premeditata e compiuta per futili e abbietti motivi.
Nel pronunciare la sentenza in camera di consiglio ieri mattina, il giudice Barresi ha anche disposto il risarcimento dei danni a favore della parte civile, cioè di Stefano Rupena, uno dei fratelli della vittima, rappresentato dal legale Maria Genovese, rinviando comunque la quantificazione ad altro giudice (per la causa civile avevano già optato altri familiari di Tiziana Rupena, tutelati dagli avvocati Luca Maria Ferrucci e Lorella Marincich).
La determinazione della condanna a 18 anni di reclusione è derivata dall’applicazione della pena di 27 anni (24 per l’omicidio senza le aggravanti ed escluse le attenuanti generiche, ma aumentati per il reato di violazione di domicilio), ridotta poi di un terzo, a 18 appunto, con il rito abbreviato. La difesa del 48enne Simsig aveva invece richiesto per il proprio assistito la pena di 12 anni: 24 per l’omicidio senza aggravanti, ridotti a 16 con le attenuanti cui sommarne due per la violazione di domicilio arrivando così a 18. E da lì, con la riduzione di un terzo, a 12.
Le motivazioni della sentenza verranno depositate fra 90 giorni. All’uscita dall’aula delle udienze preliminari, al secondo piano del tribunale, Simsig è stato ricondotto al Coroneo dai due agenti di polizia penitenziaria con i quali era arrivato qualche minuto prima.
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