Denunciati due dirigenti e un medico Aas

La famiglia ai ferri corti con l’Azienda sanitaria, un conflitto sulle cure per i due bambini
Bonaventura Monfalcone-21.10.2013 Incontro sul punto nascita-Ospedale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-21.10.2013 Incontro sul punto nascita-Ospedale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Nell’ultima denuncia-querela a due dirigenti (Marcella Bernardi e Fulvio Calucci) e a un neuropsichiatra (Serafino Reali, oggi non più in servizio nella nostra Aas) dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina presentata dalla famiglia c’è anche una cronistoria, inedita, che permette di capire come è nata la vicenda dei bimbi goriziani tolti ai genitori. E non mancano, a sentire mamma e papà, i retroscena.

«Tutto ha avuto inizio nell’agosto 2010 quando ci siamo trasferiti a Gorizia per motivi di lavoro e abbiamo chiesto la prosecuzione delle terapie per nostro figlio maggiore (all’epoca di 3 anni) che era già preso in carico dalla Npi (Neuropsichiatria infantile) in Puglia, rivolgendoci, naturalmente ai servizi pubblici di competenza».

Nel testo della denuncia-querela c’è un veloce excursus della vicenda che ha portato all’allontanamento dei figli dai propri genitori. Ci sono altri passaggi importanti nella ricostruzione: «Nell’anno 2011 entrambi i bambini sono stati certificati ai sensi della legge 104, in situazione di handicap con gravità e, nonostante questo, l’intervento a livello territoriale è risultato, da parte dei servizi, incostante (non viene erogato sostegno scolastico, terapie riabilitative). Nel 2012, la situazione degenera e iniziano le prime schermaglie giudiziarie con i servizi». Il padre viene denunciato (successivamente archiviato) perché riprendeva suo figlio durante una seduta riabilitativa.

Arriviamo al mese di dicembre 2013 quando viene presentata al Tribunale dei minori di Trieste, di comune accordo tra l’Asl e i servizi sociali comunali, una nota socio-sanitaria al fine di aprire un procedimento di tutela a favore dei due minori. Tuttavia - si legge nella denuncia - nel mese di luglio il Tribunale dei minori di Trieste respinge le sollecitazioni dell’Asl e dei servizi, nonché della Procura minorile, sottolineando una genitorialità adeguata e cure idonee a quanto prescritto dagli specialisti a favore dei minori. Di contro, l’Azienda sanitaria, pochissimi giorni dopo aver appreso della citata decisione del Tribunale dei minori, propone una nuova denuncia alla Procura della Repubblica».

Il resto è storia di oggi, fra schermaglie legali e nuovi sviluppi. (fra.fa.)

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