«Deriso fin dalle elementari perché gay»

«Il primo vero bacio a un altro ragazzo l’ho dato quando avevo 13 anni. Per le ragazze invece provo solo simpatia e amicizia anche se in molte si fanno avanti via facebook chiedendomi di uscire con loro. Da quanto ricordo fin dalle elementari ho scoperto cosa significa essere preso in giro...»
Uno studente di un istituto superiore cittadino racconta la propria vita senza nascondere la sua omosessualità. Anzi, difende la propria identità, senza ostentazioni e senza reticenze. Tranquillamente. In autunno compirà 16 anni e dopo aver fatto recapitare una lettera al Piccolo in cui denuncia bullismi, persecuzioni e diffidenze di cui è stato vittima, ha accettato di farsi intervistare e si è presentato all’appuntamento in compagnia della giovane mamma che dopo alcuni minuti di conversazione se ne è andata. «Non voglio far pesare la mia presenza. Così parlate più liberamente», ha affermato allontanandosi dal tavolino del bar. Lo studente - di cui non vogliamo e non possiamo fare il nome, né fornire altri dati utili all’identificazione perché è minorenne - ha sorseggiato un po’ d’acqua dal bicchiere e ha iniziato a raccontare.
«Mi sono accorto presto che le ragazze non mi interessavano. Ma anche gli altri si sono accorti di questa mia caratteristica. Mi hanno preso di mira fin dalle elementari con occhiate, sguardi e battute, specie durante i “riposi”. Sono così iniziate le difficoltà che ho dovuto affrontare da solo, tenendomi dentro il disagio, la paura e lo sconcerto. Non sapevo che fare, a chi chiedere aiuto. Anche alcuni insegnanti all’epoca mi hanno dimostrato indirettamente il loro disappunto e alle medie un professore mi ha intimato di assumere un comportamento più virile. Non lo dimenticherò mai. Oggi invece alle superiori la situazione è cambiata in meglio, visto anche il dibattito che si è aperto a livello nazionale e internazionale. La mia scuola è frequentata da altri ragazzi e ragazze omosessuali e gli insegnanti che hanno capito ci sono vicini, non discriminano, non assumono atteggiamenti censori. Anche sul giornalino d’istituto è stato pubblicato un articolo che coinvolgeva l’omosessualità».
Parla con calma il protagonista di questa vicenda. Ripercorre i momenti significativi della sua vita, si tormenta le mani, si aggiusta i capelli che invadono la fronte, sorride debolmente. «A casa non ho avuto la forza di parlare, ma tre anni fa la mamma ha scoperto i messaggini che inviavo e ricevevo sul cellulare. Ha saputo che avevo una storia d’amore con un altro adolescente. La mamma si è messa a piangere assieme a mia sorella e per tre, quattro mesi mi ha dimostrato una certa ostilità. Poi ha cercato di farsene una ragione, dicendo che tutto si sarebbe aggiustato e che si trattava solo di un periodo passeggero. Sono stato anche portato da uno psicologo che al contrario ha risposto che molti genitori non sono preparati ad avere un figlio omosessuale. Oggi mia mamma e mia sorella mi sono molto vicine, hanno capito, così come i miei professori. Anche quello di religione non mi ha detto mai nulla di sconveniente. In sintesi, se succede succede: non ho ancora 16 anni e la vita sessuale non rappresenta per me la priorità. Ho avuto due storie, tutto qui. Non voglio però perdere la mia identità. Taluni ti rappresentano come “quello gay”, come se la mia vita ruotasse attorno a questo e non alle altre mie caratteristiche e scelte. Amo la musica, mi piace leggere i libri di Oriana Fallaci perché da adulto vorrei fare il giornalista, scrivere di problemi sociali, raccontare ciò che coinvolge le persone e ne determina la vita. Lo sport al contrario mi interessa poco».
«Purtroppo - continua il ragazzo - sono stato anche aggredito per la mia omosessualità. È accaduto a Muggia, l’ultima sera del Carnevale 2012. Ero vestito e truccato come David Bowie, il mio mito, e un uomo probabilmente ubriaco mi si è avventato contro. Voleva picchiarmi. Non so se per ideologia o per effetto del vino. Sono stato salvato a stento da due mie amiche. Ne ho molte perché dicono che sia gentile e delicato. Forse per queste mie caratteristiche, dopo aver visto anche la mia foto sullo schermo, parecchie si fanno avanti e mi chiedono di incontrarci. Mi dicono: “Sei single, perché non usciamo assieme?”. Io rispondo che non mi interessa».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo