Devidè (Sel) preme per il “battesimo laico”

SAN CANZIAN D’ISONZO. La presentazione laica dei nuovi nati alla comunità è un'iniziativa che va estesa e realizzata anche a San Canzian d'Isonzo. E' questa la sollecitazione di cui si fa portavoce...

SAN CANZIAN D’ISONZO. La presentazione laica dei nuovi nati alla comunità è un'iniziativa che va estesa e realizzata anche a San Canzian d'Isonzo. E' questa la sollecitazione di cui si fa portavoce il coordinatore di Sel per San Canzian, Turriaco e San Pier d'Isonzo, Franco Devidé, alla vigilia della nuova seduta del Consiglio comunale, in programma domani, alle 18.

Il coordinatore di Sel parte dall'esperienza personale e da quella avviata dall'amministrazione comunale di Monfalcone in queste ultime settimane. «Un paio di settimane fa - spiega - sono stato invitato da una coppia d’amici di Monfalcone alla cerimonia di presentazione e di benvenuto del loro secondo figlio ai parenti, amici e alla comunità, che ha avuto luogo la sala del Consiglio comunale di Monfalcone». Il coordinatore di Sel descrive l'evento come «un momento di festa che ha visto il rappresentante del Comune leggere ai presenti, in modo ufficiale, gli articoli della Costituzione e del Codice civile relativi ai diritti e ai doveri dei genitori e dei figli».

Il coordinatore di Sel muove da qui per proporre all’attenzione del sindaco Silvia Caruso e del Consiglio comunale di San Canzian in prima battuta e poi delle amministrazioni del territorio la possibilità di compiere un passo in questa direzione.

«Si darebbe così un'opzione laica a chi volesse presentare suo figlio, un nuovo cittadino, alla comunità - prosegue Devidé -. Sarebbe un segnale politico per la laicità da parte delle istituzioni. Poi in futuro ciascuno avrà il tempo per decidere se avvicinarsi a una religione e quindi a una forma di battesimo». Ben conscio delle polemiche suscitate dall'utilizzo del termine "battesimo laico", anche a Monfalcone, dove le perplessità di alcuni cittadini sono state portate all'attenzione dell'amministrazione da alcune interrogazioni consiliari, il coordinatore di Sel si tiene prudentemente alla larga dal termine. «Non vorrei davvero urtare la sensibilità di chi ha un credo religioso - sottolinea -, ma nello stesso tempo ritengo che possa essere data un'opportunità del genere, utile anche a rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e il legame con le istituzioni, locali e non». (la. bl.)

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