Di Lenarda al vertice della cardiologia italiana

La Cardiologia triestina svetta in cima: Andrea Di Lenarda, direttore del Centro cardiovascolare con sede all’ospedale Maggiore e allievo di Fulvio Camerini è stato eletto presidente dei cardiologi ospedalieri italiani per il biennio 2016-2018 (nel frattempo affianca il presidente uscente). L’elezione del medico triestino, 52 anni, anche docente universitario e autore di 170 pubblicazioni, è avvenuta nel corso del congresso dell’Associazione nazionale dei medici cardiologi ospedalieri (Amco): «Nessun cardiologo triestino - afferma Di Lenarda con riconoscenza per la sua équipe e per la storia stessa della cardiologia triestina - aveva finora ricoperto una carica nazionale così prestigiosa». L’Amco, fondata 50 anni fa dai padri della cardiologia italiana, tra cui Camerini, ha 5000 associati e rappresenta una rete di quasi 400 cardiologie in tutte le regioni. Negli ultimi due anni un’altra cardiologa triestina, Serena Rakar, è stata vicepresidente del settore culturale dell’associazione. Negli ultimi 10 anni Di Lenarda vi aveva già ricoperto incarichi, come responsabile del gruppo di studio sullo scompenso cardiaco (2004-2005), e poi del comitato scientifico (2006-2010), portando in documenti nazionali i protocolli già in uso a Trieste sulla rete integrata di servizi assistenziali ospedale-territorio. Che adesso proprio al Centro cardiovascolare stanno per inaugurare nuovi percorsi.
«Saremo in grado di controllare con la rete informatica che ci collega alle farmacie - afferma il medico - se i pazienti assumono i farmaci prescritti o no. Se li comprano regolarmente si deve presumere che lo facciano. Altrimenti verranno richiamati, verrà loro spiegata l’importanza di una cura costante». In prima linea sul trattamento dello scompenso cardiaco assieme alla Cardiologia ospedaliera di Gianfranco Sinagra (dove ha lavorato fino al 2008) Di Lenarda afferma che «a Trieste sono registrati come pazienti cardiaci 24 mila cittadini, un archivio digitale che consente di elaborare i fattori di rischio e decidere il “target” di cura».
Di Lenarda insegna al corso di laurea di Infermieristica e Odontostomatologia e nella scuola di specializzazione in malattie cardiovascolari. Dal 2013 ha l’abilitazione a professore associato in malattie dell’apparato cardiovascolare.
Il suo compito al vertice dell’associazione? «In un momento di evidente difficoltà per il Paese - afferma -, bisognerà lavorare al rinnovamento della Cardiologia dove è ancorata a schemi superati, puntando su elevata qualità delle cure, efficienza, sostenibilità, ma anche su un approccio multidisciplinare per garantire al paziente sempre più complesso e anziano cura e assistenza, benessere e salute della persona». (g. z.)
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