Dietro al successo il mix di imprenditori di tre Paesi diversi

Accanto a Parisi i traghetti dell’armatore Ekol di Istanbul e il colosso tedesco Kombiverkehr. Traffico in potenziamento

MONACO DI BAVERA. Ci sono un italiano, un turco e un tedesco: non è una barzelletta, ma il mix vincente del Molo Sesto. Assieme a Francesco Parisi, erede della storica famiglia di spedizionieri ora trasformatosi anche in terminalista di successo, si sono ritrovati a Trieste per alzare la scommessa sulle potenzialità del porto due strateghi della logistica a livello internazionale: Ahmet Musul, presidente del colosso Ekol logistics di Istanbul e Armin Riedl, amministratore delegato della Kombiverkehr di Francoforte. Mettendoci la struttura l’italiano, le merci e le navi il turco e i treni il tedesco hanno aperto una via di traffico che si sta ingrossando ogni settimana di più. Ekol logistics con 2mila e 500 trailer ha una delle maggiore flotte caminionistiche al mondo, dispone di 500mila metri quadrati di magazzini soprattutto in Turchia ma anche in altri 9 Paesi, ha un fatturato di 367 milioni di euro con una previsione di 460 per il 2014 (la crescita media annuale è del 30%) e la bellezza di 5mila e 300 dipendenti, ma ha iniziato a operare da armatore solo grazie a Trieste mettendo in linea da Haydarpasa tre traghetti: Hatche, Paqize, Qezban, che ogni settimana raggiungono il nostro scalo. A Trieste Ekol ha anche aperto un piccolo ufficio, così come in Italia ha fatto a Verona, Novara e Modena.

Musul annuncia la novità dal vagone ristorante agganciato al convoglio cargo partito da Trieste nel corso del viaggio organizzato per la stampa, quasi esclusivamente turca: «Faremo arrivare a Trieste entro tre mesi un quarto traghetto (tutte le navi vengono charterizzate) settimanale che prima di risalire l’Adriatico farà la doppia toccata Istanbul - Izmir (Smirne)». Pressoché contemporaneamente entrerà in servizio anche un quinto traghetto che però collegherà Istanbul a Barcellona. Ma in prospettiva c’è anche l’intenzione di allestire una linea che arrivi a Trieste toccando Mersin in Turchia e Alessandria e convogliando qui merci sia dall’Egitto che dalla Grecia». E a proposito di quest’ultimo Paese già ora la Ekol tratta merci via treno che arrivano all’ormeggio 57 alla radice del Molo Settimo con i traghetti Ro-pax della Minoan.

«Finora il porto di Trieste ha risposto bene alle nostre esigenze - è il commento di Musul - ma non si può nascondere che vi sono aperte due questioni. La prima è quella della doppia manovra ferroviaria (la società Adriafer dell’Autorità portuale è l’unica a poter operare dentro lo scalo, ma non può uscire, ndr.), la seconda riguarda la capacità del terminal che data la crescita dei volumi rischia di essere stretto: presto potremo aver bisogno di 6 treni al giorno». Oggi se ne fanno al massimo 4 e proprio per questo motivo la Emt spera di poter recuperare al più presto i 6mila e 700 metri quadrati occupati dall’ultimo magazzino rimasto in piedi. «Poi - annuncia Francesco Parisi - saremo pronti per crescere di un altro 25-30%, dopodiché ci sarà il pericolo della saturazione».

Silvio Maranzana

Riproduzione riservata © Il Piccolo