Diffamò Cosolini Parovel condannato in Cassazione

L’indipendentista, come direttore de “La Voce di Trieste”, aveva scritto di un «accordo riservato» tra l’ex sindaco e Tondo evocando «un substrato di corruzione»
Lasorte Trieste 12/09/14 - TLT, MTL, Conferenza Stampa, Giurastante, Parovel
Lasorte Trieste 12/09/14 - TLT, MTL, Conferenza Stampa, Giurastante, Parovel

La Cassazione ha condannato per diffamazione aggravata il direttore del periodico La Voce di Trieste e “ideologo” del movimento Trieste Libera Paolo Parovel. Il caso riguarda un articolo sull’ex sindaco Roberto Cosolini pubblicato sul periodico il 6 dicembre del 2012.

Parovel, allora, aveva puntato l’indice non solo su Cosolini ma anche su Renzo Tondo e Corrado Passera. Cosolini, difeso dall’avvocato Giovanni Borgna, aveva sporto querela. «Secondo fonti confidenziali romane – scriveva l’ideologo del movimento indipendentista e direttore del periodico – il sindaco Cosolini e il governatore Tondo avrebbero concluso un accordo riservato con il discusso Corrado Passera per la presentazione all’ultimo momento di un emendamento governativo che scavalca le commissioni parlamentari e la legge di stabilità per sdemanializzare a sorpresa i 70 ettari del lungomare del Porto franco e altri 36 ettari di banchine portuali ora utilizzati dalla Ferriera». Ciò, proseguiva l’articolo incriminato, «al fine di indurre il Parlamento ignaro a privatizzare rovinosamente 106 ettari di cosa pubblica violando il vincolo di destinazione internazionale per consentirvi la più grossa speculazione edilizia e immobiliare privata della storia della costa italiana, con capitali sulla cui provenienza sarebbe perciò doveroso indagare. Se la notizia risultasse fondata si tratterebbe inoltre di speculazione illecita attuata con trasversalità politiche che lasciano ipotizzare un substrato di corruzioni che attraversa i partiti politici anche contrapposti». Affermazioni pesanti ed, evidentemente, prive di sussistenza. Parovel, stando a quanto stabilito dalla sentenza della Quinta sezione penale, dovrà pagare una multa di duemila euro, un risarcimento danni di tremila e le spese di parte civile.—

G.S.

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