Diga, l’accusa di Formentini: “Era Lippi il socio occulto”

Il conte che si era messo in affari con Stopani: “L'assessore era il deus ex machina dell'operazione”. Lippi: “Insinuazioni false”. Intanto prosegue l’inchiesta sulla truffa ai danni dellaFondazione CRTrieste

Stoppani davanti alla diga
Stoppani davanti alla diga

TRIESTE. Erano amici, soci, compagni d'affari e di avventure sportive. Ora l'inchiesta avviata dal pm Federico Frezza sull'affaire della Diga Vecchia e sulle vicende finanziarie che ne hanno consentito la ristrutturazione, sta avendo l'effetto di una bomba dirompente. Tutti contro tutti o quasi. Volano stracci, emergono denunce, tornano in superficie esposti al veleno, in un crescendo che rischia di assumere la fisionomia di un generale regolamento di conti. «Il vero socio occulto di Federico Stopani, lo skipper che ha puntato sulla Diga Vecchia come attrazione turistico-sportiva, è il vicesindaco Gilberto Paris Lippi».

È questo il motivo conduttore della denuncia che il conte Leonardo Formentini ha presentato al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza nel maggio di due anni fa, sostenendo che era stato lo stesso Lippi a confidarglielo. «Mi informò che egli, pur non apparendo ufficialmente per ovvi motivi in alcun ruolo, era il vero proprietario e deus ex machina di tutta l'operazione e che il suo amico Federico Stopani, pur essendo cointeressato, era il suo uomo di paglia. Mi informò anche che tutte le modifiche e le direttive importanti dovevano passare la sua autorizzazione».

Ora questo documento, che ha fatto da detonatore all'indagine, è parte integrante dell'inchiesta per truffa alla Fondazione CRTrieste che coinvolge il manager e immobiliarista Manlio Romanelli, consigliere di amministrazione di AcegasAps e componente della Giunta esecutiva della Camera di Commercio; lo skipper Federico Stopani; e il geometra Luca Bliznakoff. «In questo momento non mi posso difendere in alcun modo da queste insinuazioni false e malevole. Appena avrò ufficialmente in mano queste carte, denuncerò chi ha messo in circolazione simili maialate e gli chiederò i danni» ha affermato ieri il vicesindaco Paris Lippi, coinvolto, suo malgrado, in un altro ramo dell'inchiesta sull'affaire diga e indagato assieme allo stesso Federico Stopani per l'uso improprio dei 450 mila euro erogati dal Fondo Trieste.

L'ipotesi di reato è la truffa e la distrazione di fondi pubblici. «Sono stato e sono sempre amico di Federico Stopani - ha continuato il vicesindaco - Lui può aver commesso qualche leggerezza ma si è rovinato finanziariamente per realizzare il suo grande sogno di portare a Trieste la Coppa America. Io ho condiviso e appoggiato questa idea, poi scippataci da Trapani che ottenne i finanziamenti nazionali per organizzare la regata. So che hanno detto che all'epoca avevo tentato di far assumere mia moglie dalla società, la Vecchia Diga srl, per duemila euro al mese.

Ma se fossi stato il socio di Stopani o di chi gestiva il ristorante nonché il vero dominus della Sealing People, non avrei avuto alcun problema per l'assunzione e non avrei dovuto chiedere. Anche questa è una bugia bella e buona che mi discredita. Qualcuno a breve scadenza dovrà risponderne ai giudici». Nella denuncia presentata nel maggio del 2009 e riemersa un paio di giorni fa, il conte Formentini cita esplicitamente i finanziamenti ottenuti per la ristrutturazione.

«Erano superiori all'importo dei lavori». Un dettaglio che l'attuale inchiesta del pm Federico Frezza accredita a due anni di distanza da quella affermazione che poteva sembrare perentoria. Nel documento di due anni fa si legge anche dell'affidamento dei lavori «alla ditta Galeon V srl che aveva un ufficio presso la Gir, società di suo cognato Romanelli che fatturava, gonfiandoli, i lavori di ristrutturazione».

Anche quest'ultima affermazione ha trovato conferma nelle ipotesi di reato contestate nell'attuate inchiesta a Romanelli, Bliznakoff e Stopani. Ma ha trovato spazio anche all'interno della Fondazione CRTrieste che ha versato alla Sailing People prima 120mila e poi un milione 300 mila euro per la ristrutturazione della Diga vecchia. L'avvocato Giovanni Borgna ha avuto l'incarico di ricuperare questi fondi che, secondo l'ipotesi del pm Federico Frezza, sono stati ottenuti con artifici e raggiri.
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