Dimezzate in 4 anni a Gorizia le stazioni di servizio

Prima, hanno mandato a casa i dipendenti, trasformando le proprie attività a conduzione familiare. Poi, hanno cercato di restare sul mercato potenziando, nei limiti del possibile, i servizi accessori (autolavaggio, cambio olio, etc) perché di carburante non si viveva e non si vive più. Quindi, hanno lottato, si sono accampati in piazza Vittoria, hanno promosso manifestazioni, urlando tutta la loro rabbia contro il disinteresse di amministratori e politici per la loro causa.
Ma oggi la pesantissima crisi che ha colpito i gestori delle stazioni di servizio ha presentato il conto finale. Quello più pesante. Quello che ha costretto parecchi di loro a chiudere baracca e burattini. Dei 15 distributori che funzionavano sino a quattro anni fa, ne sono sopravvissuti... 8, praticamente la metà. Certi impianti hanno chiuso e le compagnie attendono di trovare nuovi gestori (ma chi si mette in gioco in queste condizioni e con la concorrenza pesantissima della Slovenia?), altri sono stati smantellati come il distributore Erg di via San Michele, l’Esso di via Brass e l’Agip di via Lungo Isonzo Argentina. Sì, proprio in questi giorni, sono entrati in azione ruspe e camion che hanno demolito il vecchio distributore Peteani. Qualche metro più in là, poi, c’è Tamoil che, dopo una fugace gestione di un gruppo di giovani volenterosi, è ancora tristemente chiuso.
E dire che gli ultimi dati parevano essere positivi. Nei primi otto mesi del 2013 si era registrata, secondo Figisc-Confcommercio, una ripresa delle vendite della benzina con un incoraggiante +10,29%. Tutto ciò grazie al fatto che molti impianti erano e sono riusciti ad allineare se non addirittura a praticare prezzi più competitivi rispetto al carburante sloveno. E per riuscire ad ottenere un prezzo competitivo c’è voluta la buona volontà di tutte le parti in causa: le compagnie petrolifere sono venute incontro ai gestori abbassando il costo della fornitura, e i benzinai si sono autoridotti ulteriormente il già minuscolo margine di guadagno. «È una scelta non facile da fare, dopo anni in cui stringiamo la cinghia al limite, purtroppo anche riducendo i dipendenti e impegnandoci in turni massacranti: siamo costretti a fare i salti mortali per mantenere in vita le nostre attività», la sottolineatura dei gestori delle stazioni di servizio.
Ma quel “+10,29%” è stato solamente illusorio, a sentire Roberto Ponzalli, capogruppo Figisc di Confcommercio Gorizia. «Perché illusorio? Perché il bilancio dei mesi di gennaio e di febbraio 2014 è stato assolutamente negativo. A marzo qualche segno di risveglio c’è stato ma siamo sempre al limite della sopravvivenza», lamenta Ponzalli. Che rimarca: «Mentre a Gorizia chiudono impianti e si vedono addirittura le ruspe smantellare fisicamente le stazioni di servizio, in Slovenia costruiscono nuovi distributori o ampliano quelli già esistenti. E non serve dire che, per larga parte, i “finanziatori” siamo noi italiani che ci approvvigionamo di benzina al di là del confine». Secondo Ponzalli, la priorità deve essere adesso quella dell’allineamento del prezzo del gasolio goriziano con quello sloveno. «C’è ancora una differenza siderale e questo non aiuta le nostre stazioni di servizio. La Regione aumenti gli sconti perché è in crescita il parco-auto con questa alimentazione. Mi auguro che la giunta Serracchiani prenda coscienza che qui il gasolio costa troppo, o meglio non è competitivo con le quotazioni della vicina Slovenia».
Ricordiamo che, nel passato recente, si verificò un vero e proprio tracollo delle vendite e dei consumi. Risfoderiamo alcuni numeri per capire la gravità della situazione: nel 2007, soltanto a Gorizia, vennero venduti 17.802.257,55 litri di benzina: un anno dopo (senza agevolazioni) il totale del carburante erogato è crollato a 8.640.410 litri. Percentualmente il calo fu del 51,74%, ma poi la situazione si aggravò ulteriormente e la percentuale di perdita toccò il 70%.
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