“Diritto ad aggiungere” Così il Coroneo apre le porte al pubblico

L’ateneo entra in carcere promuovendo film e dibattiti Si parlerà di Islam, migrazioni e diritti. Iscrizioni entro il 25
Di Luca Saviano
Lasorte Trieste 11/06/10 - Carcere Coroneo, Visita Sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati
Lasorte Trieste 11/06/10 - Carcere Coroneo, Visita Sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati

Il carcere apre le sue porte al pubblico per ospitare l’iniziativa denominata “Diritto ad aggiungere”. Costituzione, cultura, dialogo, fede islamica, migrazioni, dignità umana: sono alcune delle parole chiave che garantiranno l’accesso a un luogo che per sua natura è inaccessibile. L’incontro, che si terrà mercoledì 8 febbraio alle 16, fa parte di “Fare spazio. Migranti, esuli e rifugiati di ieri e di oggi”, un progetto sulle migrazioni nell’età contemporanea promosso dall’Università di Trieste grazie al finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione CRTrieste, nell’ambito della divulgazione della cultura umanistica.

L’obiettivo perseguito dall’ateneo giuliano è quello di esaminare criticamente i fenomeni migratori, contestualizzandoli, analizzandone le tipologie e scandagliandone le motivazioni e le conseguenze. «Abbiamo scelto di portare questa iniziativa all’interno della casa circondariale di via Coroneo - spiega la coordinatrice Alessandra Cislaghi, docente di Filosofia teoretica all’Università di Trieste - perché molti detenuti in Italia sono di fede musulmana ed è proprio in questi luoghi che spesso avviene la radicalizzazione di alcuni di loro».

Il progetto, che prevede sei diversi appuntamenti in tutta la regione, in questo caso si muoverà nel solco tracciato da un’esperienza che è stata vissuta in precedenza fra le mura del carcere Dozza di Bologna.

«All’interno del Coroneo verrà proiettato “Dustur” (Costituzione in arabo, ndr) - continua Cislaghi - , un film pluripremiato che testimonia l’esperienza che è stata vissuta da alcuni detenuti arabi musulmani del carcere bolognese, ai quali è stato proposto lo studio e il confronto della Costituzione di nazioni quali l’Italia, il Marocco, l’Egitto e la Tunisia, con lo scopo di far scoprire loro come l’uguaglianza fra uomo e donna o la condanna della violenza, per fare alcuni esempi, sono dei principi condivisi da questi Paesi».

La pellicola del regista Marco Santarelli fornirà lo spunto per una conversazione sul tema dei diritti, dei doveri e della solidarietà, che verrà guidata dal teologo musulmano Adnane Mokrani, presidente del Cipax, il Centro interconfessionale per la pace. Insieme a Mokrani, che ha preso parte all’esperienza raccontata nel film, parteciperanno anche la giornalista Maria Caterina Bombarda e Federica Fedeli, ricercatrice di filosofia politica e studi islamici alla Martin Luther Universität. La medesima iniziativa verrà presentata, il giorno successivo, ai detenuti del carcere triestino.

«All’elenco dei diritti-doveri che sono stati confrontati nella lettura della Costituzione dei diversi Paesi - continua la docente - è affiancato un originale “diritto ad aggiungere” qualcosa per sé, per la propria esperienza di vita, nella consapevolezza dell’insopprimibile valore della dignità umana».

Quella organizzata dall’Università di Trieste ha il sapore della sfida, il cui obiettivo è quello di sottolineare il valore culturale di cui le popolazioni migranti sono portatrici, andando al di là della cronaca dei conflitti e della cronica emergenza che permea questo tema. Sei incontri, a livello regionale, aperti al pubblico e gratuiti, arricchiti da intermezzi artistici interculturali, contribuiranno a connettere istituzioni e territorio, mettendo a disposizione dei cittadini la riflessione di studiosi provenienti da mondi culturali differenti che entreranno in dialogo con esponenti della cultura occidentale.

Il calendario delle iniziative è consultabile sul sito www.farespazio.org. Per prendere parte all’incontro dell’8 febbraio è necessario inviare copia del proprio documento di identità a farespazio.units@gmail.com entro mercoledì 25 gennaio. «Questa iniziativa - conclude Cislaghi - è in sintonia con quanto richiesto dal ministero di Giustizia, che ha auspicato una maggior presenza del mondo accademico all’interno delle carceri, ed è stata accolta con molto favore dall’amministrazione carceraria triestina».

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