Domande e risposte. Sei quesiti sui principali temi della rivoluzione del piccolo schermo

Cos'è e come funziona il digitale terrestre?

Il digitale terrestre è il sistema che utilizza anche per la televisione, come è già avvenuto per la fotografia e, ancora prima, per la musica, il linguaggio dei computer, cioè il linguaggio dei numeri che si definisce, appunto, digitale. Il nuovo sistema di trasmissione di canali televisivi usa, insomma, lo stesso linguaggio di internet e dei cellulari, un linguaggio che permette una diffusione maggiore del segnale televisivo e anche migliore. Un esempio? In concreto il digitale terrestre permette di diffondere fino a cinque programmi televisivi nello stesso spazio in cui prima ce n’era uno solo e in più con canali audio e servizi interattivi aggiuntivi. Una quantità di dati semplicemente impressionante che prima della rivoluzione dei computer sarebbe stata semplicemente inimmaginabile.


Come si ricevono i programmi digitali?

La trasmissione digitale è una grande rivoluzione e si potrebbe temere chi sa quali difficili e costose innovazioni sono necessarie per poterne godere. Ebbene qualche spesa, come vedremo, c’è da farla: ma sullo strumento per ricevere il segnale, cioè l’antenna, non c’è quasi niente da fare. L’antenna che c’è va benissimo. Contrariamente a quello che qualcuno pensa non è necessaria neanche la parabola. Va bene proprio la vecchia, tradizionale antenna. Certo la nostra vecchia antenna riceve sempre un segnale ma un segnale nuovo e diverso, totalmente diverso da quello vecchio. Si tratta di un segnale elettrico come il precedente ma che a suo modo riproduce i numeri, che, come si sa, è la la lingua dei computer. La macchina che traduce il nuovo segnale in immagine si chiama decoder.


Che cos'è un decoder e come funziona?

Un nome in italiano nessuno ha pensato a trovarlo: sta di fatto che la macchina che decodifica il segnale digitale e lo trasforma in immagini in movimento si chiama decoder o, peggio ancora,”set top box”. La scatola (”box” vuol dire scatola in inglese) è grande poco più di una scatola di sigari e costa nella sua versione semplice circa 30 euro, 70 se ha lo spazio per le pay tv. E non è finita: esistono decoder anche più complicati e costosi, quelli che permettono di vedere immagini di altissima qualità (alta definizione). I prezzi oscillano tra poco più di 100 e oltre 200 e ce ne sono di due tipi: a) quello per ricevere Mediaset Premium con scheda prepagata (finora sono stati trasmessi grandi eventi sportivi); b) quello per ricevere i programmi in chiaro d’alta qualità, ancora inesistenti.


Quali i vantaggi del nuovo sistema?

Ci può domandare se questa rivoluzione tecnologica della televisione fosse così necessaria. Sì, il primo vantaggio è non isolarsi dal mondo avanzato. L’unico Paese al mondo che per ora non intende avere il digitale terrestre è la Corea del Nord. Solo in Africa, in India e in Turchia il passaggio non è stato pianificato. Ma si sono molti vantaggi: 1) il segnale è meno soggetto a disturbi; 2) è possibile un maggior numero di canali; 3) la qualità, in media, dovrebbe essere migliore se il segnale non è stato troppo compresso per inserirvi troppi canali; 4) è possibile ascoltare anche la radio; 5) non è necessaria la parabola, basta la vecchia antenna; 6) c’è meno inquinamento elettromagnetico perché il segnale può essere con potenza inferiore senza che ne derivi danno alla qualità.


Occorre cambiare il televisore?

Sarà necessario accollarsi la spesa di un nuovo televisore? No, non è necessario. Ma ci vuole il decoder, senza il quale il vostro vecchio apparecchio sarebbe morto. Il decoder, che si può collegare con semplicità al vecchio televisore tramite una normalissima presa scart (quella che già si usa per videoregistratori e lettori dvd), diventa però in un certo senso il centro di tutto: userete il suo telecomando (compreso nel prezzo) e non quello del vostro vecchio televisore e con questo telecomando cercherete i nuovi canali, collegherete la vecchia antenna a questa scatola e non più al televisore. Se, per altri motivi, volete cambiare il vecchio televisore, quelli nuovi hanno tutti il decoder incorporato. Se la vostra zona non è stata ancora raggiunta dal digitale, il nuovo televisore funziona anche con il vecchio segnale.


Occorre cambiare l’antenna televisiva?

Anche in questo caso la risposta è no, ma non è detto che, invece che dell’antenna nuova, non abbiate bisogno dell’antennista. Volendo usare una parolaccia, potremmo dire che c’è di mezzo la ”banda III VHF”. Quasi sempre per il digitale sono state sempre usate frequenze già usate per l’analogico e questo è il motivo per cui la vecchia antenna va quasi sempre bene. Talvolta, però, è stato deciso di utilizzare quella banda di frequenza che l’analogico non usava: nei rari casi in cui è successo va chiamato l’antennista e il tecnico potrebbe consigliarvi una nuova antenna. Un altro caso che necessita di intervento è quando il segnale è trasmesso da ripetitori posizionati in altri luoghi: in quel caso l’antenna va riposizionata.

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