Don Ostroman: «Ho la fila di nuovi poveri»

«Aiutiamo i poveri che sono in aumento e coltiviamo la politica dell’accoglienza. Questo è un Natale di speranza per gli “ultimi” della società, per gli ammalati, per le persone sole e per coloro che scappano dai paesi in guerra per trovare la pace». È il messaggio natalizio che verrà consegnato ai fedeli nelle omelie delle messe di mezzanotte nelle chiese del decanato di Monfalcone e nelle parrocchie “affiliate” al duomo, cioè al Santissimo Redentore di via Romana e alla Marcelliana nel quartiere di Panzano e del Mandamento. E secondo le intenzioni di Papa Francesco, occorrono anche solidarietà per i migranti, aiuto ai bisognosi, pregare per le vittime innocenti di guerre e attentati e stare vicini alle popolazioni terremotate del Centro Italia. I sacerdoti del mandamento, poi, hanno preparato una preghiera condivisa, che verrà letta durante le cerimonie natalizie che recita così: «Dio Bambino, le nostre mani sfinite e sciupate, ti servono per essere accudito. Quelle arrabbiate e chiuse per essere cullato. Hai bisogno, poi, delle nostre mani, diverse l’una dall’altra per ridere alla gioia. Gesù, ha bisogno degli uomini e noi di te. Buon Natale».
Per le cerimonie nel duomo di Sant’Ambrogio il rito verrà officiato dal parroco don Fulvio Ostroman, a San Nicolò da don Gilberto Dudine, a San Giuseppe da don Zuttion e a Staranzano da don Francesco Maria Fragiacomo. I riti verranno celebrati da preti del duomo anche nelle parrocchie di personale e cioè al Santissimo Redentore di via Romana e alla Marcelliana nel quartiere di Panzano. È la speranza di un mondo migliore, dunque, il tema del Natale di quest’anno, nonostante l’intensificarsi di problemi economici a livello locale soprattutto per la mancanza di posti di lavoro. A tastare il polso della situazione incerta, è il parroco del Duomo, don Fulvio Ostroman che mette in evidenza le crescenti difficoltà. «Non ci nascondiamo dietro a un dito pensando che tutto vada bene - dice - perché nella nostra città la povertà ha una crescita inarrestabile. Lo sperimentiamo già nella mensa del decanato di via Mazzini, dove registriamo purtroppo punte di circa 50 pasti al giorno con una crescita di oltre il 40% rispetto alla media normale di 32-35 pasti giornalieri. Inoltre coloro che usufruiscono della mensa sono in maggioranza italiani rispetto agli stranieri. Una quota elevata mai registrata in precedenza». Ma quali sono le principali cause? Don Fulvio spiega: «Tanti hanno perso il posto di lavoro e manca un reddito in famiglia per andare avanti. Non si riesce neanche a fare la spesa quotidiana nonostante gli aiuti. Nonostante tutto i monfalconesi continuano a essere sempre tanto generosi. Quest’ultima domenica abbiamo fatto la raccolta dell’emporio, hanno risposto in modo eccezionale anche a livello di offerte in denaro. Quanto al rapporto della città con gli stranieri, il parroco osserva: «In teoria non è cambiato nulla rispetto a prima. Quest’anno, però, si sono aggiunte anche presenze di persone dei paesi dell’Est. Abbiamo un continuo via vai di gente di passaggio che chiede aiuto, ma non si capisce quali intenzioni abbiano, se rimanere o spostarsi ulteriormente in altri posti. Sembrano girovaghi, comunque il compito della Chiesa è di tipo caritativo e dare assistenza a tutti i bisognosi. Don Ostroman ricorda alcuni episodi. «Colpisce soprattutto che alcune famiglie bisognose, non abbiano la capacità di gestire la casa. Non hanno soldi, ma consumano tanta corrente. Si trovano a pagare bollette di 300 euro e più, che chiedono alla parrocchia. È una processione in canonica». A chiedergli se sia cambiata la gente verso gli stranieri dopo i fatti di terrorismo, il parroco risponde: «No, anzi ho sempre sentito una ferma condanna, anche dagli stessi stranieri. Non c’è da confondere le due cose».
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