«Doniamo le nostre folte chiome di capelli per le parrucche delle donne con il cancro»

soldiarietà
Marco Bisiach
Ci mettono la testa, o a voler essere pignoli, i capelli. Ma, soprattutto, ci mettono il cuore, perché quel che fanno è una questione di amore e solidarietà nei confronti di chi combatte contro un tumore. Parliamo di tutte le donne che partecipano al progetto “Contro il cancro mettici la testa”, promosso dalla Banca del capello al quale nell’Isontino ha aderito l’associazione Volendo continuare con il sostegno dell’Asugi e della Confartigianato.
In cosa consiste? Semplice ma importantissimo, fondamentale: consiste nel dono e nella raccolta delle ciocche di capelli che le clienti dei saloni di acconciature che desiderano fare del bene possono devolvere per dar vita poi a parrucche organiche. Queste, alla fine, vengono portate al centro oncologico di Gorizia, per essere a disposizione delle pazienti che ne avessero necessità durante il percorso di cura del tumore.
«Abbiamo sposato il progetto l’anno scorso – racconta Nicole Primozic, giovane presidente dell’associazione Volendo continuare di Gorizia, che ci tiene a ringraziare di cuore anche le infermiere dell’Oncologia del San Giovanni di Dio -, assecondando il desiderio di una bambina che ha chiesto fortemente a sua madre di potersi tagliare i capelli per donarli a qualcuno che li ha momentaneamente persi perché alle prese con la chemioterapia. Il nostro compito è quello di raccogliere i capelli dai parrucchieri o anche dai privati che ce li donano, per poi inviarli alla Banca del capello di Bari, associazione nata proprio per donare le parrucche ai pazienti oncologici. Poi dalla Puglia le parrucche finite vengono destinate direttamente al centro oncologico di Gorizia».
Sono già diverse quelle arrivate a destinazione, anche se il progetto solidale ha subito inevitabilmente una frenata nei mesi del lockdown, per ripartire con lo stesso entusiasmo nelle ultime settimane. Anche perché lo scopo è nobilissimo, ovvero restituire speranza e ottimismo, attraverso un elemento fondamentale come i capelli, alle donne che stanno soffrendo. Non tutte le persone malate, infatti, potrebbero permettersi la spesa (dagli 800 fino anche a 4 mila euro) necessaria per acquistare una parrucca organica, ovvero composta da capelli veri. E non si tratta di uno sfizio, di un dettaglio, visto che assieme alle terapie sono lo spirito, la mentalità, la positività e la “testa” delle persone malate a fare la vera differenza nel percorso verso la guarigione.
«Quando ci tagliamo i capelli, questi vengono buttati – osserva infine Nicole, evidenziando quanto in fondo semplice sia compiere questo gesto solidale -, quindi perché non ridare loro vita con un’azione così importante? La Confartigianato ci ha aiutato tanto facendo conoscere a tutti i parrucchieri associati il nostro progetto, e tanti di loro hanno aderito. Ma speriamo che molti altri lo facciano presto». —
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