Dopo più di 100 porti finisce il lungo viaggio del nipote di Sauro

Difendere, assieme alla patria, la lingua italiana e il lavoro. Questo l’obiettivo perseguito dall’ammiraglio Romano Sauro, nipote di Nazario, l’irredentista capodistriano giustiziato a Pola il 10 agosto del 1916, con la sua iniziativa intitolata “Sauro 100”, un viaggio in barca a vela “Per 100 porti per 100 anni di storia”, avviata due anni fa, in occasione del centenario della morte di Nazario e completatasi ieri a Trieste.
Nel corso della lunga navigazione, Romano Sauro ha toccato 111 porti italiani e 15 dei Paesi esteri dell’area adriatica. A conclusione, il comandante Sauro è stato ricevuto in Municipio dal sindaco Roberto Dipiazza e ha colto l’occasione per presentargli l’equipaggio della sua “Galiola III”, uno sloop di nove metri, battezzato col nome dello scoglio del Quarnero dove si incagliò il sommergibile di Nazario Sauro, con i noti e fatali esiti di quella spedizione.
Alla presenza, oltre che di Dipiazza, degli assessori Giorgio Rossi e Michele Lobianco, dei rappresentanti della locale Lega Navale, il delegato per il Triveneto e la Lombardia, Ennio Abate, e il presidente provinciale, Romano Sauro ha detto che «i giovani nel nostro Paese aspettano da noi i necessari insegnamenti. L’ho riscontrato – ha aggiunto – nel corso dei numerosi incontri che ho avuto con loro nell’ambito di questo lungo viaggio per mare».
Al termine della breve cerimonia, Dipiazza ha fatto dono all’ospite dello stemma rossoalabardato in smalto della città con dedica personale, mentre Sauro ha ricambiato con il volume Nazario Sauro, storia un marinaio, da lui realizzato, giunto alla terza edizione. –
U. SA.
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