Droga nell’abitazione Condannato a 16 mesi ma farà i lavori sociali

L’agente aveva bussato alla porta, in mano il decreto di perquisizione della Procura. Controllo personale e all’interno della sua abitazione. L’uomo per tentare di sottrarsi all’attività di controllo, non aveva aperto la porta e il pubblico ufficiale aveva quindi cercato di sfondarla. La porta, ondeggiando sotto le spinte, aveva colpito l’agente al volto, rompendogli gli occhiali. E ciò che era plausibile trovare è stato in effetti rinvenuto. Un discreto quantitativo di droga.

Per questo è finito a processo, con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di stupefacenti, ed è stato condannato a un anno e quattro mesi, nonché a tremila euro di multa.

La pena è stata sostituita da 972 ore di lavoro di pubblica utilità. L’uomo è stato invece assolto dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, in considerazione della lieve entità del fatto.

È quanto ha stabilito il Tribunale di Gorizia, con la sentenza pronunciata dal giudice monocratico Marcello Coppari, nei confronti del monfalconese M.B., poco più che cinquantenne.

I fatti risalgono al 2018. Quando, era il 18 febbraio, l’agente di polizia giudiziaria, in servizio al Commissariato cittadino, si era presentato all’abitazione del cinquantenne per eseguire la perquisizione, compresa quindi quella personale. L’uomo non aveva voluto aprire, tanto che l’agente aveva cercato di sfondare la porta venendone colpito e procurandosi un’abrasione al sopracciglio, assieme alla rottura degli occhiali. In casa erano stati rinvenuti diversi quantitativi di sostanza stupefacente, occultata, oltre a bilancini di precisione ed una ingente somma di denaro contante. In particolare erano stati posti sotto sequestro oltre 400 grammi di marijuana, 261 milligrammi di metadone, contenuti in quattro boccette da 50 mg ciascuna e in altre quattro boccette da 20 milligrammi. Nell’ambito delle indagini inquirenti era stato inoltre riscontrato che l’uomo aveva ceduto in due circostanze distinte 3,2 grammi di marijuana e quindi altri 5 grammi di “erba”.

Da qui, dunque, le accuse di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di resistenza a pubblico ufficiale. Ad assistere il monfalconese è stato l’avvocato Maurizio Rizzatto, pubblico ministero Paolo Ancora. Il tutto è quindi culminato nel pronunciamento della sentenza di condanna, lo scorso fine settembre, in ordine alla pena di un anno e quattro mesi, unitamente alla multa da tremila euro. Pena dunque sostituita con il lavoro di pubblica utilità quantificato nelle 972 ore. —

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