E a casa arrivano anche i piatti e le ricette della chef triestina Klugmann

Dal 24 aprile partenze da “L’Argine di Vencò”. Domenica 26 ordini possibili anche dal capoluogo. Ma saranno soluzioni diverse da quelle stellate
La chef Antonia Klugmann
La chef Antonia Klugmann
TRIESTE. Ripartire con piatti che viaggiano in automobile, alla guida la sorella Vittoria, «la persone di cui mi fido di più». Antonia Klugmann, chef triestina stellata, e con 4 cappelli della guida Espresso, reagisce cucinando alla crisi da coronavirus.  Dal 24 aprile L’Argine di Vencò, il teatro delle creazioni di Antonia, attiva un servizio di consegna a domicilio. Si parte con un fine settimana lungo: prenotazioni al telefono (350/5212804) o via e-mail (antoniaacasa@gmail.com) entro le 11.30 del giorno prescelto per il recapito dei piatti (dalle 15.30 alle 19.30).
 
Venerdì 24 e sabato 25 aprile saranno servite le zone tra Dolegna e Udine, domenica 26 quelle fino a Trieste. “Antonia a casa” sarà un servizio diverso da quello stellato: «La ristorazione che faccio non è trasportabile a casa. Va cucinata espresso e servita, è anche una questione di prezzo». Klugmann si è inventata dunque qualcosa di nuovo. Preparerà ricette regionali valorizzate da prodotti stagionali del territorio: asparagi, agretti, fave.
 
Ci saranno i tagliolini all’aglio orsino e ragù bianco di coniglio, gli spätzle di bieta con fonduta di Formadi Frant e fave, ma anche la frittata di erbe e le zuppe a base di ortiche, asparagi verdi e bruscandoli o di fagioli e lenticchie con pesto alle erbe. Per i secondi la scelta è tra la guancia brasata al vino dolce, la trippa in bianco o le seppie in umido. E c’è pure l’invito al cliente a preparare due piatti emblematici de L’Argine: il risotto burro e salvia e la polentina verde allo sclopit.
 
A casa, per chi lo vorrà, arriveranno anche le ricette e gli ingredienti. «Non mi sono annoiata in queste settimane – racconta la chef –, più che altro ho cercato delle soluzioni. Quando sono arrivate informazioni più precise sul virus e abbiamo capito in che modo tornare in cucina in sicurezza, abbiamo pensato di poter adeguare la proposta alla nostra struttura. L’obiettivo sono numeri piccoli, ma c’è un grande desiderio di un contatto con il prossimo e di portare alle persone qualcosa che non riescono ad avere in questo momento». La preoccupazione per quando si potrà riaprire al pubblico? «I tavoli sono già distanziati. Il mio dispiacere sarà non vedere per un po’ di tempo i clienti che arrivavano da fuori regione». 
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