È della triestina Curiel la nuova etichetta del Vino della Pace

La stilista ha creato un disegno essenziale per Cormons Un’opera accompagnata da una poesia di Giulia Tesolin

Matteo Femia / Cormons

È un nome piuttosto noto nell’ambito artistico e gastronomico nazionale a firmare l’etichetta 2018 del Vino della Pace. È Raffaella “Lella” Curiel, triestina di origine, ad aver disegnato l’ultima edizione del prodotto-bandiera della Cantina Produttori Cormons.

Curiel è solo l’ultima personalità di livello ad aver messo la propria intuizione al servizio dell’etichetta del Vino della Pace. E lo stile dell’artista vincitrice nel 2005 del San Giusto d’Oro, il massimo riconoscimento triestino, si sposa perfettamente con il rilancio voluto dalla nuova gestione del direttore della Cantina, Alessandro Dal Zovo, per un marchio, quello del Vino della Pace, sin dagli albori messaggero di fratellanza tra i popoli. Tecnicamente è un assemblaggio di tre varietà autoctone – Malvasia, Ribolla e Friulano – più Pinot bianco e Chardonnay, e la volontà dell’azienda è stata quella di promuovere il marchio attraverso la firma sull’etichetta da parte di rinomati nomi dello stile italiano: il primo è stato il maestro Roberto Capucci. Ora, appunto, tocca a Curiel.

«Il vino, che non ha scopo di lucro, ha subito ricevuto diversi riconoscimenti nazionali e internazionali che ci hanno incoraggiato a proseguire», spiega il direttore Dal Zovo.

Raffaella Curiel oggi è conosciuta con la firma “by Lalella”, visto che tutti la chiamano “la Lella”. Il coinvolgimento della stilista metà triestina e metà milanese, che ha fatto parte della giuria di Mittelmoda ed è da anni impegnata in attività benefiche, è coinciso con il lockdown e lei stessa racconta così il suo approccio con la Cantina: «Il suo vino bianco sicuramente mi ha dato momenti di piacevolezza durante i miei pasti a base di pesce». È anche così che la mano dell’artista ha forgiato un disegno dallo stile semplice: sull’etichetta si ritrae «con occhi e bocca colorata» e con la frase “Che vino! Il mio vino”.

A fianco dell’opera di Curiel c’è la poesia “Nascosti”, di Giulia Tesolin, tratta dalla raccolta “La vita è sogno – microcosmi di poesia” (1998-2003) curata dalla professoressa Irene Navarra, con le composizioni dei suoi studenti. Giulia ha frequentato il liceo classico di Gorizia. «Sono stati gli anni in cui, grazie anche all’aiuto dei professori, spesso i miei pensieri prendevano vita con carta e penna – racconta – ed io nel frattempo crescevo. Dopo la maturità mi sono iscritta a Viticoltura e Enologia». E quest’etichetta, verrebbe da dire, per lei è quasi la chiusura di un cerchio. –

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