È guerra dei parcheggi tra area Gaslini e “Torri”

TRIESTE
Qualcuno ha pensato a uno scherzo, qualcun altro non ha capito e c’è chi si è persino arrabbiato. Quel foglietto, però, intestato “Gaslini Sviluppo” non lasciava troppi dubbi. In maniera piuttosto secca faceva presente all’automobilista che «introducendo il presente veicolo all’interno di quest’area lei ha contravvenuto l’art.614 del codice penale». E già qui le facce perplesse si sono sprecate. Proprietà privata? In un’area che ospita almeno un negozio di accessori idraulici, un supermercato della Lidl e una palestra e si appresta ad avviare i lavori di un grande centro monomarca della “Decathlon”?
L’avviso, però, non lascia dubbi e diventa, anzi, pesante quando informa sempre l’allibito guidatore che «nel caso in cui tale intollerabile comportamento abbia a ripetersi, provvederemo senza ulteriore avviso alla querela alla sua persona per violazione di domicilio, presso le autorità competenti».
Da dove nasce tanta rabbia, lo spiega l’ultimo inciso, laddove si legge che «è assolutamente vietato parcheggiare nell’area Gaslini per andare al centro commerciale “Le Torri d’Europa” o altrove». Insomma, una sorta di guerra del parcheggio con il centro commerciale che si trova proprio di fronte, a neanche cento metri di distanza. Viene da dire: fatto il parcheggio scoperto l’inganno, perchè mentre alle “Torri”! qualche oretta di sosta può costare più di qualche euro, alla “Gaslini” è completamente gratuito. Logico che qualcuno ci marci, anche se sarebbe interessante sapere chi (forse qualche guardiano munito di binocoli potenti?) decide chi è in parcheggio regolare, perchè opera dentro l’area e chi no. Se alla “Coop”, proprietaria delle “Torri”, cadono dalle nuvole («Qualcuno vorrà risparmiare, forse - commente il presidente Livio Marchetti, ma noi non ne sappiamo niente») alla “Gaslini” il direttore dei lavori nell’area, l’architetto Torlo, smorza i toni. «La nostra è un’area privata, dove però tanti, troppi, parcheggiano in modo selvaggio e poi se ne vanno per i fatti loro. È la sorveglianza, oltre a mettere i cartelli, non può fare nulla. Il problema è esploso con la società che distribuisce i farmaci e non sapeva più dove parcheggiare i suoi furgoncini, spesso bloccati o addirittura chiusi. E non parliamo poi - continua Torlo - di quelli che lasciano la macchina a oltranza. Noi, esaurito l’orario delle attività che operano nel comprensorio, chiudiamo i cancelli . Non le dico le telefonate e le proteste di chi si è trovato la macchina chiusa dentro. C’è chi ha avuto persino il coraggio di arrabbiarsi...».
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