È morto Sergio Milo, ex sindaco di Muggia

Ingegnere elettronico, guidò il Municipio dal 1993 al 1996. Poi arrivò il centrodestra con Dipiazza

Ingegnere elettronico, ma soprattutto sindaco di Muggia fra il 1993 e il 1996, quando la cittadina storicamente di sinistra passò per la prima volta al centrodestra con l’elezione di Roberto Dipiazza che altrettanto per la prima volta entrava in politica. È morto Sergio Milo, avrebbe compiuto 76 anni il prossimo aprile. Per lungo tempo era rimasto, anche dopo la fine dell’impegno amministrativo, nell’agone politico della cittadina in cui aveva sempre abitato, e dove era “l’ex sindaco” per antonomasia.

Nato a Trieste il 14 aprile 1938, laureato in Ingegneria elettronica, docente di Controlli automatici e di Tecnologia dei sistemi di controllo, direttore del Dipartimento di elettrotecnica, elettronica e informatica e membro del Consiglio di amministrazione dell’ateneo, appassionato di storia, sposato, due figli, Milo aveva deciso di candidarsi nel 1993 con una lista di sinistra “Insieme per Muggia”, affermando di voler trasferire nell’amministrazione una gestione improntata al rigore, alla correttezza, al servizio della collettività, dei giovani che aveva conosciuto bene vivendo fra gli studenti, ma anche a ideali “di solidarietà sociale, convivenza civile, valorizzazione delle differenze”, promettendo che avrebbe lavorato «per contrastare il degrado a fronte di servizi sempre più costosi».

Fu eletto con il 42,35% dei voti ma il dissidio progressivo all’interno delle forze che lo sostenevano portò a una mozione di sfiducia della sua stessa maggioranza, e Muggia fu commissariata fino a nuove elezioni. Dove l’ex sindaco si ripresentò, sostenuto (data la spaccatura in cui era finita la sinistra) con una lista che coincideva con Rifondazione comunista, mentre Giorgio Rossetti fu il candidato dell’allora Pds. «Un apparentamento - ricorda oggi Rossetti - quando dalle urne uscì che saremmo andati al ballottaggio Dipiazza e io, fu impossibile, Rifondazione chiedeva il vicesindaco e molte altre cose, impossibile trovare un accordo: erano stati “loro” a far cadere Milo». E così Rossetti (che aveva ottenuto il 30,5%) si misurò con Dipiazza (al 37,9% al primo turno), e Dipiazza vinse. Ma offrì proprio a Sergio Milo (fermo al 17,5% di preferenze) un posto in Giunta. Per stima e per avere un aiuto, essendo allora debuttante. Offerta non accettata.

«In sette anni c’erano state tre crisi di maggioranza e tre elezioni a Muggia - rammenta ancora, addolorato per la perdita, Rossetti -, e nel ’96 si capiva il naufragio per la sinistra, senza apparentamento. Il Pds non diede disponibilità. La gente ormai era stufa di queste risse intestine in una sinistra che aveva comunque la maggioranza assoluta...».

Ma perché Milo perse quelle occasioni? Rossetti: «Era una persona squisita, di grande gentilezza, di alto profilo, sempre molto coerente con le sue visioni. Forse troppo rigido? Diciamo molto tenace, aveva una sua precisa visione della moralità della politica». L’ex parlamentare europeo, che con Dipiazza sindaco è stato consigliere comunale a Muggia (una Muggia allora sempre più rissosa), ha oggi nel commemorare l’amico e collega anche una riflessione amara: «A Muggia sono sempre stati un po “matti”. Bruciare una persona così è stato un grande errore...».

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