Ebrei, il nuovo rabbino arriva da Lisbona

La Comunità ebraica di Gorizia ha un nuovo rabbino. Si chiama Eliezer Shai di Martino, ha 36 anni, è sposato e ha tre figlie di 6, 7 e 8 anni di età. Il primo luglio si insedierà a Trieste, al primo piano del Tempio di piazza Giotti, prendendo il posto lasciato vuoto da Itzhak David Malgarit, 64 anni, clamorosamente licenziato dalla comunità lo scorso novembre.
Nei sei mesi intercorsi dal licenziamento di Malgarit alla nomina di Eliezer Shai di Martino si è sviluppata su più versanti un’intensa attività di ricerca, sondaggio e verifica, sfociata all’inizio dello scorso aprile in una visita conoscitiva “informale” del nuovo rabbino a Trieste. Fino a qualche mese fa era infatti impegnato nello stesso ruolo a Lisbona, una comunità in cui convivono le due anime dell’ebraismo, la saferdita e quella askenazita.
Di Martino, nominato ufficialmente rabbino capo di Trieste, oltre che a Gorizia opererà anche a Udine e Pordenone. In sintesi in tutto il Friuli Venezia Giulia.
Va aggiunto che in più interviste non ha mai fatto mistero delle proprie idee. In primo luogo della sua adesione all’ebraismo ortodosso, maggioritario, se non egemone nel nostro Paese.
«Quando sono arrivato a Lisbona, la sinagoga era vuota. Negli ultimi cinque anni sono riuscito a portare un po’ di pace alla comunità». È orgoglioso dei risultati ottenuti negli otto anni di lavoro in Portogallo. «Dei trecento ebrei presenti nella capitale la maggior parte viveva lontana dal tempio».
Secondo Eliezer Shai di Martino, l’ebraismo «è un’identità nazionale religiosa e uno dei suoi componenti essenziali è rappresentato dalla lingua che ci ha tenuti assieme nei duemila anni di esilio. Oggi ogni ebreo proveniente da qualsiasi parte del mondo, può andare in qualsiasi sinagoga e seguire e partecipare alla preghiera».
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