Ecco la prima “radiografia” dell’Isonzo
È una fotografia dello stato attuale dell'Isonzo. Una fotografia piena di dettagli, sulle caratteristiche ed i problemi del fiume, in grado di suggerire anche possibili soluzioni e soprattutto sottolineare la priorità degli interventi da effettuare per garantirne il mantenimento e lo stato di salute. Parliamo dello “Studio per la definizione di un piano di manutenzione del fiume Isonzo” redatto dalla Consulta d'ambito per il servizio idrico integrato Ato Orientale Goriziano, che sarà presentato lunedì 10 febbraio alle 15 a Palazzo d'Attems.
Il Cato ha invitato a partecipare tutte le realtà interessate alla questione, dalla Provincia ai Comuni dell'Isontino, fino all'Autorità di Bacino, alla Regione e ad Irisaqua. «L'obiettivo dello studio è quello di mettere in mano a chi dovrà decidere come e quando intervenire sul fiume tutti gli strumenti necessari a prendere le decisioni migliori – spiega l'ingegner Flavio Gabrielcig, direttore del Cato Orientale Goriziano -. Ovviamente questo studio è dettagliato e approfondito come lo può essere una ricerca fatta senza investire dei capitali enormi, ma siamo convinti che si tratti di un documento utile, interessante ed importante da condividere con tutti i portatori di interessi locali». Soprattutto, un documento che mancava, se è vero che fino ad oggi nessuna delle ricerche e delle raccolte di dati e informazioni sul fiume Isonzo erano state informatizzate. Ora, invece, la fotografia completa dell'esistente è racchiusa in un unico file, a disposizione di tutti.
«Lo studio mette in evidenza le caratteristiche del fiume e le problematiche esistenti – dice Gabrielcig -, e presenta anche quelle che sono state giudicate le opere necessarie per la rivitalizzazione dell'ambiente e il mantenimento del flusso minimo vitale. Ancora, viene presentato il modello matematico utilizzato per la ricerca, e vengono informatizzati in una raccolta completa tutti i dati storici sul fiume». Ancora, lo studio individua le aree sulle quali si dovranno compiere analisi più approfondite e dettagliate. Sbaglia però chi si aspetta di trovare una soluzione alla spinosa questione della realizzazione della nuova diga a Gorizia.
«Tra le varie questioni viene affrontata anche quella degli effetti di questo progetto – dice Gabrielcig -, e si spiega come vi sarebbero dei vantaggi sotto l'aspetto idraulico, perchè si andrebbe a coprire i picchi di rilascio dell'acqua da Salcano. Ma non si va oltre, perchè non sono state fatte valutazioni successive su altri tipi di effetti che l'eventuale nuova diga, o mini diga, avrebbe». Al contrario, vengono elencati i necessari interventi di sghiaiamento del fiume e quelli di messa in sicurezza per evitare alluvioni, a Pieris, Sagrado, Gradisca o nelle golene, da allargare.
«Insomma, grazie a questo studio il quadro della situazione dell'Isonzo è più chiaro – conclude il direttore del Cato che è anche dirigente in Provincia -, ed è più semplice programmare gli interventi di manutenzione e la loro priorità».
Marco Bisiach
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