Elezioni, l’Istria si conferma un feudo della Dieta

FIUME. Il centrodestra continua a non abitare nell’Istroquarnerino, area storicamente aggrappata a regionalisti e socialdemocratici. Il voto di domenica nell’ottava circoscrizione elettorale, comprendente Istria e gran parte del Quarnero, ha dato ancora una volta ragione al centrosinistra, con la penisola istriana tradizionale serbatoio di consensi per la Dieta democratica istriana, mentre la regione fiumana ha confermato il suo amore verso il Partito socialdemocratico.
Tra questi due schiacciasassi, la coalizione di centrodestra a guida Accadizeta ha fatto quello che ha potuto, confermandosi la terza forza. Come anche nel resto della Croazia, l’unione di liste indipendenti Most (Ponte) ha stupito tutti, piazzandosi al quarto posto.
Non ha sorpreso invece l’affermazione del polesano Furio Radin nella corsa al seggio garantito al Sabor della Comunità nazionale italiana. Per Radin è una pletora di mandati, con il presidente dell’Unione Italiana che è deputato al parlamento croato dal 1992. Ma procediamo con ordine.
L’ottavo collegio (217 mila votanti, il 61 per cento) ha visto la vittoria dell’alleanza socialdemocratica (37,7% di consensi), con il trifoglio composto da Dieta, Alleanza litoraneo–montana e Lista per Fiume al secondo posto (19,8). Staccata di poco più di 2 punti (17,5%) il gruppone di centrodestra capeggiato dall’Hdz. Most è stato fatto segno del 10,5% di preferenze, con Barriera umana in quinta posizione (5,2). Sette seggi sono andati al centrosinistra, 3 alla Dieta, altrettanti al centrodestra ed uno a Most.
Fiume è stata ancora una volta favorevole ai socialdemocratici (44,5%), mentre gli accadizetiani hanno centrato il 21,5. Per Most un lusinghiero terzo posto con 13,7 punti. Anche a Pola a tagliare per primi il traguardo sono stati i socialdemocratici e i loro alleati (36,6), che l’hanno spuntata sui dietini (29) e sui seguaci (leggi accadizetiani) del primo presidente della Croazia indipendente, Franjo Tudjman, accontentatisi del 12%.
Restando in Istria, è stato un inno a favore dei regionalisti della Dieta, con successi a Rovigno (41,3), Dignano, Umago, Parenzo, mentre a Grisignana (unico comune in Croazia dove la maggioranza della popolazione è italiana) la Dieta e i suoi amici quarnerino–fiumani hanno piazzato un eloquente 53%. Ci sono però in Istria anche due “eccezioni”, vale a dire Lanischie, comune della Cicceria, e San Pietro in Selve, nel Pisinese. Qui a trionfare sono stati i nazionalisti croati dell’Hdz.
Il partito delle tre capre avrà in questa legislatura 3 inquilini al Sabor ed è praticamente scontato che appoggeranno i socialdemocratici nel loro tentativo di comporre il nuovo governo. «Mai con l’Hdz», hanno ribadito i leader dietini, dando così ad intendere che continueranno a collaborare con il centrosinistra.
Per quanto attiene al Quarnero, i socialdemocratici hanno vinto nella citata Fiume, ad Abbazia, Lussino, Cherso, Veglia, Arbe e Crikvenica. In riferimento al seggio garantito italiano, ancora dunque un mandato per l’indipendente Furio Radin, con 1.594 voti (65,8%). Alle sue spalle il parentino Maurizio Zennaro (676 consensi, 27,9%) e la zagabrese Daniela Dapas (151 voti, il 6,2%).
Dei 10 mila e 311 aventi diritto connazionali, ad esercitare il voto etnico sono stati in 2.447, il 23,7 per cento. «Sono fiero di continuare a rappresentare gli italiani al Parlamento croato – ha dichiarato Radin – posso dire che finora non ho parlato con nessuno in merito al mio appoggio alla futura maggioranza governativa e parlamentare. Prossimamente avrò incontri con la Dieta e con gli altri sette deputati delle minoranze nazionali per capire come muovermi e muoverci».
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