Eluana da Lecco a Udine

Il neurologo Defanti: «Dopo i primi tre giorni verrà sospesa l’alimentazione artificiale»
Beppino Englaro con una foto di sua figlia Eluana
Beppino Englaro con una foto di sua figlia Eluana
UDINE Una sirena blu nella notte battuta da neve e pioggia. Niente polizia, solo un'ambulanza. E una paziente: Eluana Englaro. Chi l'ha vista sfrecciare sull'autostrada non ha potuto immaginare che fosse così normale l'ultimo viaggio della donna in coma dal '92. Dopo diciassette anni, ieri, a mezzanotte, Eluana ha lasciato finalmente Lecco ed è partita in fretta. Destinazione: Udine.

LE DIMISSIONI
La richiesta di dimissioni è stata presentata alle suore Misericordine da papà Beppino verso le cinque di ieri pomeriggio. Un modulo burocratico, dove la paziente più famosa d'Italia è tornata ad essere Englaro Eluana Iolanda Giulia, nata il 25 novembre 1970. Poche righe che mettono fine al ricovero a Lecco e aprono la strada alla dimissione e al trasferimento a Udine, alla casa di riposo La Quiete, nel centro del capoluogo friulano. Poche righe che hanno immediatamente fatto il giro d'Italia, fra conferme e smentite sui tempi effettivi del trasferimento.


IL VIAGGIO
E se il 16 dicembre scorso quel viaggio in ambulanza era stato interrotto a Bergamo da una telefonata di Englaro, dopo che l'atto di indirizzo del ministero del welfare Maurizio Sacconi aveva spaventato la clinica Città di Udine, che per prima si era offerta di ospitare Eluana, stavolta l'ambulanza è arrivata a destinazione. A bordo, per precauzione estrema, assieme all'autista e agli infermieri volontari c'era anche Amato De Monte, il primario di rianimazione di Udine che guiderà l'équipe di volontari che sospenderà le terapie di alimentazione forzata che tengono in vita Eluana da quel maledetto 18 gennaio 1992 quando un incidente vicino a Lecco la rese un vegetale. E quando la notizia che a Lecco era stata formalizzata la richiesta di dimissioni, a Udine per ore si è atteso di sapere se davvero questa volta la donna sarebbe arrivata in Friuli. E se la meta fosse proprio il capoluogo friulano, come chiesto da papà Beppino, originario di Paluzza, che da sempre ha voluto che Eluana tornasse a casa per riposare accanto al nonno Giobatta nel cimitero del paesetto carnico. Voci, smentite, altre voci, dunque, si sono inseguite fino a mezzanotte. Poi la notizia da Lecco: l'ambulanza è arrivata alla clinica Talamoni. Ripartirà a breve per il Friuli.


IL SÌ DEFINITIVO
In verità il via libera ufficiale della casa di riposo La Quiete era arrivato qualche ora prima, al termine di una lunga serie di incontri. Verso le due del pomeriggio, la comunicazione all'avvocato di Englaro Giuseppe Campeis. Immediatamente dopo quella del legale alla famiglia. Chiuso. Si parte. Un via libera seguito a molte verifiche. E reso possibile dall'intervento del sindaco di Udine, Furio Honsell che ha chiesto alla Quiete di aiutare Englaro. A quel primo contatto è seguito il voto del cda, che ha approvato qualche giorno dopo il ricovero della paziente. Poi la scelta è stata quella di seguire procedure normali. E così già dal 28 gennaio è stato confermato il diritto di Eluana Englaro a essere ricoverata alla casa di riposo. L'unità di valutazione del distretto sanitario aveva infatti dato parere favorevole alla domanda di ingresso della donna.


LA STANZA
E quella paziente, da ieri notte, ha anche una stanza. Assegnata al terzo piano della Quiete, in una zona protetta e isolata per garantire la giusta privacy alla paziente. A fianco un locale analogo è stato messo a disposizione di papà Beppino Englaro e dei famigliari di Eluana. Sulla porta, ventiquattro ore su ventiquattro, una guardia giurata privata vigilerà sull'incolumità della donna. E impedirà a tutti, medici compresi, di accedere alla stanza con telefonini cellulari o macchine fotografiche. Una precauzione stabilita nero su bianco nel protocollo legale di attuazione della sentenza, curato dagli avvocati di Englaro Vittorio Angiolini e Giuseppe Campeis.


LA PROCEDURA
Il nuovo protocollo di attuazione della sentenza modifica anche le procedure di sospensione delle terapie previste a dicembre per il ricovero, poi saltato, alla clinica Città di Udine, come confermato già ieri sera anche dal neurologo Defanti: «Il sondino non verrà staccato e per i primi tre giorni si continuerà a nutrirla artificialmente, allo scopo di permettere al personale di verificare la situazione. Dopo questi tre giorni, senza staccare il sondino, verrà sospesa l'alimentazione».
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