Entra nel vivo la battaglia politica sul call center e gli utili di Esatto

Sulla “pelle” di Esatto continua a giocarsi lo scontro tra centrodestra e centrosinistra, tra l’attuale amministrazione Dipiazza e quella precedente guidata da Roberto Cosolini. L’ultima puntata è andata in scena ieri quando davanti alla Commissione Trasparenza presieduta da Roberto De Gioia sono comparsi i vertici di Esatto spa, la società di riscossioni e servizi oggi al 100% del Comune di Trieste. Sono intervenuti la presidente Corina Sferco, il direttore generale Giulio Curiel e il direttore amministrativo Davide Fermo.
«Sono soddisfatto per le risposte rese dai vertici di Esatto, hanno dimostrato notevole collaborazione nell’ottica di un miglioramento continuo - ha commentato alla fine Roberto Cason (Lista Dipiazza) - tuttavia questa amministrazione, a differenza di quella precedente, monitorerà costantemente l’operato della propria società di riscossione. I soldi dei cittadini devono essere gestiti correttamente». La richiesta di convocazione della Commissione con la presenza dei responsabili di Esatto era partita da Fabiana Martini ex vicesindaca e oggi consigliere comunale del Pd, proprio per dar modo a Esatto di esprimersi a seguito delle «gravi accuse» fatte dallo stesso Cason nel corso della seduta del Consiglio comunale del 21 dicembre.
Allora, nel momento in cui si è trattato di rinnovare l’affidamento dei servizi di riscossione alla controllata, il consigliere della Lista Dipiazza era partito in quinta contestando in particolare il fatto che Esatto avesse fatto utili. Anche ieri Cason ha ribadito che «Esatto nei 4 anni precedenti ha generato utili per 1.313.000 euro pagando imposte per 709.000 euro, mentre il Comune se avesse gestito in proprio il servizio di riscossione non avrebbe pagato un centesimo di tasse, soldi dei cittadini». Martini ha replicato che gli utili si sono ridotti all’incirca a 200mila euro all’anno negli anni in cui il Comune non era totalmente proprietario di Esatto, ma della quota del 66% mentre il 33% faceva riferimento a Aipa. «Le critiche di Cason sono strumentali - il commento dell’ex vicesindaca - create per dare addosso all’amministrazione precedente».
Cason ha anche sottolineato che nel 2015 sono stati spesi 160mila euro per il call center che è situato a Roma. «Una cifra enorme - ha affermato - considerato che di media dovrebbero essere occupati 3 dipendenti». Il direttore Curiel ha annunciato che il servizio può essere reinternalizzato e Cason auspica che ciò avvenga in tempi brevi in modo da consentire l’assunzione di dipendenti triestini invece di dirottare i soldi a Roma. «A parte il fatto che fino all’anno scorso per Esatto vigeva l’impossibilità di assumere (I dipendenti sono 44, ndr.) - ha replicato Martini - il servizio a Roma costa 60mila euro all’anno, mentre creare un call center interno vorrebbe dire distaccarvi sette persone (un coordinatore e sei telefonisti) e spendere 350mila euro il primo anno e 250mila tutti gli anni seguenti. Va inoltre considerato che Esatto sta organizzando anche il servizio Riscossione coattiva con quattro dipendenti, che dovrà sostituire Equitalia». Anche i ritardi lamentati nella consegna dei bollettini avrebbero riguardato, a detta di Martini, solo i conguagli per 9mila persone su un totale di 110mila bollettini. Come sintetizzato da De Gioia, molti dei ritardi e delle inadempienze sarebbero giustificati dalle continue modifiche di denominazione e tipo di imposte da riscuotere e dall’uscita di Aipa dalla proprietà.
Secondo Cason, infine anche l’affitto di 120mila euro per la locazione dei locali di piazza Sansovino è eccessivo. «Si potrebbe - afferma - accendere un mutuo oppure trasferire gli uffici di Esatto in centrocittà magari in un edificio del Comune in comodato gratuito». (s.m.)
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