Escort agli sponsor, arrestato Gianni Biz

Accusa di favoreggiamento della prostituzione per il patròn del Giro del Friuli: in forse la corsa in calendario il primo marzo

RIESTE Induzione e sfruttamento della prostituzione: con questa accusa è stato arrestato ieri mattina dai Carabinieri di Pordenone il patròn del Giro ciclistico del Friuli Venezia Giulia per professionisti, Gianni Biz, 69 anni, nel pomeriggio poi posto agli arresti domiciliari. Secondo le indagini avviate dalla Dia di Trieste, Biz avrebbe fatto prostituire alcune ragazze extracomunitarie, mettendole a disposizione di persone che potevano favorire le sponsorizzazioni per la sua società ciclistica e altre manifestazioni sportive. Ieri sera si è riunito il comitato organizzatore della gara, in calendario il prossimo primo marzo e la cui presentazione era programmata per sabato prossimo a Pordenone, per decidere se confermare o meno l’appuntamento agonistico, a questo punto decisamente in forse: la decisione presa sarà resa nota ufficialmente questa mattina. Assieme a Biz, è stato arrestato anche Fabrizio Ros, 41 anni, agente della polizia municipale di Caneva. Secondo gli inquirenti, i due negli ultimi sei anni avrebbero avvicinato ragazze straniere che risiedevano nella zona di Caneva e che, per la loro provenienza, potevano avere problemi con il permesso di soggiorno. Con il pretesto di aiutarle, le avviavano alla prostituzione. Anche il vigile urbano è stato ieri pomeriggio posto agli arresti domiciliari. La notizia dell’arresto di Gianni Biz, titolare di un avviato panificio nel centro di Caneva (Pordenone), ha colpito come un fulmine a ciel sereno tutto l’ambiente del Giro del Friuli Venezia Giulia. In tutta fretta è stata convocata per la serata di ieri la riunione del comitato organizzativo per valutare il da farsi in vista dell’appuntamento del primo marzo con arrivo previsto a Gemona, la cui stella annunciata era Cadel Evans e che aveva già ricevuto le iscrizioni di due tra le più importanti squadre italiane, la Liquigas e la Lampre. Alla riunione di ieri sera era atteso anche Michele Biz, figlio di Gianni, che già lo scorso anno aveva svolto un ruolo di primo piano nell’organizzazione dell’evento, evento che in questo 2012 avrebbe avuto un rilievo particolare essendo di fatto - saltando il Giro d’Italia le strade regionali - l’unica occasione di presenza del grande ciclismo in Friuli Venezia Giulia. In particolare gli altri organizzatori della manifestazione volevano capire, prima di riunirsi, se e in che maniera anche il Giro del Friuli Venezia Giulia fosse toccato dall’indagine. Se cioè, secondo l’accusa, Gianni Biz avesse offerto i favori sessuali delle ragazze coinvolte anche a sponsor o a possibili sponsor della principale corsa ciclistica della regione. Al di là della vicenda giudiziaria ancora in divenire, è comunque chiaro, e gli altri organizzatori della gara lo sapevano bene già ieri pomeriggio, che Gianni Biz dopo quanto accaduto non può più essere il patròn del Giro, nonostante proprio lui abbia sempre tenuto in mano tutti i contatti - da quelli con la Federazione a quelli con tutte le squadre del circo mondiale del ciclismo - necessari per l’organizzazione di un evento di questo livello. Gianni Biz aveva resuscitato il Giro del Friuli Venezia Giulia nel 2009: la prima edizione del nuovo corso era stata vinta da Lorenzetto, seguito l’anno successivo sul traguardo di Sacile da Ferrari e lo scorso anno a Gorizia da Serpa Perez. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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