Estetisti, parrucchieri, tatuatori e piercing aperti anche di festa

Con l’ordinanza del sindaco attività dalle 7 alle 20 non superando il tetto di 13 ore Permetterà maggiori accessi da parte dei clienti spalmati sull’intera settimana
Luca Perrino
20090826 - NAPOLI - FIN - NIENTE CRISI PER TATOO E PIERCING, IMPRESE +17% IN 3 MESI. In Italia sono circa 300 le imprese specializzate in tatuaggi e piercing e ben 52 hanno aperto negli ultimi tre mesi, cioe' circa il 17%: compreso l'indotto si arriva a circa 900 imprese per un giro d'affari che si aggira intorno agli 80 milioni di euro. E' quanto emerge da una ricerca dell'Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese. Le imprese specializzate nel tatuaggio e piercing sono localizzate perlopiu' in Lombardia (23,6%), Lazio (12,3%), Piemonte (11,6%) ed Emilia Romagna (9,9%). E se si considerano le province, le imprese del tatuaggio e del piercing a Roma sono l'8,1%, a Milano il 5,3%, a Torino il 4,9% e a Napoli il 4,2% del totale nazionale. ANSA/CESARE ABBATE
20090826 - NAPOLI - FIN - NIENTE CRISI PER TATOO E PIERCING, IMPRESE +17% IN 3 MESI. In Italia sono circa 300 le imprese specializzate in tatuaggi e piercing e ben 52 hanno aperto negli ultimi tre mesi, cioe' circa il 17%: compreso l'indotto si arriva a circa 900 imprese per un giro d'affari che si aggira intorno agli 80 milioni di euro. E' quanto emerge da una ricerca dell'Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese. Le imprese specializzate nel tatuaggio e piercing sono localizzate perlopiu' in Lombardia (23,6%), Lazio (12,3%), Piemonte (11,6%) ed Emilia Romagna (9,9%). E se si considerano le province, le imprese del tatuaggio e del piercing a Roma sono l'8,1%, a Milano il 5,3%, a Torino il 4,9% e a Napoli il 4,2% del totale nazionale. ANSA/CESARE ABBATE

/RONCHI

Il Comune di Ronchi dei Legionari liberalizza gli orari di estetisti, acconciatori, tatuatori e piercing. Che, fino al permanere della cittadina nella zona arancione, potranno aprire anche la domenica ed i festivi. È il contenuto dell’ordinanza con la quale il sindaco Livio Vecchiet ha deciso di ampliare la possibilità di accesso da parte della clientela, dopo la chiusura protrattasi per diverso tempo e, nel contempo, agevolare gli operatori del settore nell’organizzare la loro attività potendo contare settimanalmente su una giornata in più di apertura. Una decisione, si legge nel documento, dovuta all’applicazione della normativa comunitaria in materia di liberalizzazione delle attività economiche e in risposta alla richiesta di Confartigianato regionale data la situazione di emergenza. Gli operatori del settore potranno così tenere aperto dalle 7 alle 20, non superando il tetto delle 13 ore giornaliere consecutive. La Polizia locale e le altre forze dell’ordine sono stati incaricati della regolare esecuzione dell’ordinanza e del suo rispetto.

«Credo che questa ordinanza – ha detto il sindaco ronchese – rappresenti un passo decisivo verso il tanto atteso ritorno alla normalità. Sono anche fiducioso del fatto che, grazie ai sacrifici che sono stati fatti, al senso civico dimostrato dei cittadini e al piano vaccinale in corso, presto l’intero tessuto produttivo della città potrà rimettersi in moto a pieno regime. È ciò che auspichiamo tutti. Desidero ringraziare Confartigianato per avere dimostrato che i problemi si risolvono col dialogo e facendo gioco di squadra, perché tutti facciamo il tifo per i nostri imprenditori».

Un piccolo ritorno alla normalità, che tiene conto sia dell’emergenza sanitaria, sia della necessità di fare piccoli passi avanti che siano decisivi per i commercianti e gli artigiani. «Aver dato la possibilità di ampliare l’orario – ha proseguito Vecchiet – potrebbe anche evitare il crearsi, durante tutta la settimana, di pericolosi assembramenti».

Categorie, quelle oggetto dell’ordinanza, duramente colpite. Tanto che, nei mesi scorsi, proprio a Ronchi dei Legionari alcuni titolari di attività avevano segnalato al Comune il fenomeno di chi, in barba al decreto nazionale che aveva chiuso le attività artigianali e commerciali come le parrucchiere e centri estetici, aveva lavorato in nero andando di casa in casa, con l’enorme pericolo di diffondere il contagio e con l’enorme danno commerciale provocato ai colleghi che si trovano con i negozi chiusi.—

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