Fallimento Sweet: società disposta a rilevare l’azienda

Si tratta di un gruppo lombardo che garantirebbe 36 dei 55 posti di lavoro. Il curatore: «Offerta seria, è l’unica»
Di Francesco Fain

Un importante gruppo lombardo è intenzionato a rilevare la Sweet, l’azienda dichiarata fallita che era di proprietà di Fabrizio Manganelli. I 55 dipendenti, o meglio gran parte di essi, possono tirare un sospiro di sollievo. A rivelare questo importante sviluppo è il curatore fallimentare dell’azienda dolciaria goriziana, il commercialista Giuliano Bianco: «Aavevamo aperto una procedura di evidenza pubblica per raccogliere le eventuali manifestazioni di interesse per lo stabilimento goriziano. Nei termini stabiliti è arrivata un’offerta - spiega Bianco - che è anche particolarmente interessante. Un grande gruppo nazionale di cui preferisco non rivelare il nome ha chiesto, in questa fase, di poter ottenere lo stabilimento in affitto e di ricollocare un minimo di 36 dipendenti sui 55 cui Sweet dava un posto di lavoro. La proposta è in fase di valutazione e i sindacati sono stati informati di questo rilevante sviluppo. È un’unica offerta, non ce ne sono altre ma sta perfettamente in piedi», spiega il curatore fallimentare. Ottimismo, dunque, c’è.

Si sa che si tratta di un gruppo lombardo ma non è la bergamasca Lazzarini. Inizialmente, avevano richiesto informazioni cinque o sei aziende, anche straniere, interessate a rilevare l’attività di Sweet. Ma le condizioni economiche globali e la particolarità della produzione aziendale avevano finito con il frenare la formalizzazione delle offerte. Quella giunta è in ogni caso una proposta giudicata «interessante» che sarà ora vagliata dalla curatela e dal comitato dei creditori, per giungere quanto prima alla fase di ripartenza della produzione. «Se tutto dovesse andare come auspichiamo - spiega ancora il commercialista udinese - lo stabilimento ripartirà con la produzione nella tarda primavera prossima. Prima di Natale, invece, contiamo di definire le pratiche con la nuova proprietà». In soldoni, l’accordo fra le parti prevede che l’impresa subentrante assumerà in affitto l’attività di Sweet per 24 mesi, con il vincolo dell’acquisto al termine dei due anni che riguarderà unicamente la parte mobiliare: restano esclusi dagli stabilimenti, con l’attività che nella prima fase si concentrerà in quello di via Gregorcic.

Il fallimento della Sweet aveva suscitato grande clamore agli inizi di agosto vuoi perché si trattava di un’azienda in espansione, vuoi perché il suo proprietario (Fabrizio Manganelli) aveva anche corso per sindaco di Gorizia. Poi, si era scoperto che la situazione era pesantissima con debiti per oltre 19 milioni: 19.120.588,09 euro per la precisione. Si erano delineati nei giorni immediatamente successivi alla bancarotta i contorni del fallimento della Sweet spa, azienda creata da Fabrizio Manganelli. La cifra era emersa con chiarezza nella relazione alla richiesta di concordato preventivo (poi cassata), firmata dal commercialista udinese Giuliano Bianco: un documento molto circostanziato di cui eravamo venuti in possesso. I debiti accertati al 22 maggio scorso sono così suddivisi: debiti in prededuzione ammontanti a 533.642,18 euro; debiti ipotecari equivalenti a 8.129.147,45 euro; debiti privilegiati 1.839.626,60 euro e debiti chirografari 8.614.168,86. Ciò porta a una cifra complessiva di 19 milioni 120mila 588,09 euro.

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