Falso e abuso edilizio a processo 5 “comunali”

Dipendenti dell’Ufficio tecnico rinviati a giudizio dal sostituto Valentina Bossi Il parcheggio di piazzale Carpaccio realizzato tre anni fa in una zona verde
Di Franco Femia
Bonaventura Monfalcone-01.11.2012 Maltempo-allagamenti-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-01.11.2012 Maltempo-allagamenti-Grado-foto di Katia Bonaventura

GRADO. Grado ancora nel mirino della magistratura. Dopo l’Ospizio marino con le sue varie sfaccettature, gli interventi di Zamparini in valle Cavarera, la vicenda della nomina del comandante dei vigili urbani, i presunti abusi delle verande dei locali pubblico, questa volta ad approdare nelle aule del palazzo di Giustizia di Gorizia sono i parcheggi a raso realizzati tre anni fa nell’area di piazzale Carpaccio. Parcheggi che per la Procura della Repubblica sono stati realizzati in una zona che il piano regolatore indicava come zona verde e quindi commettendo un abuso edilizio.

L’inchiesta giudiziaria coordinata dal sostituto procuratore Valentina Bossi si è conclusa con il rinvio a giudizio di cinque persone imputate a vario titolo di falso e abuso edilizio. Si tratta di Andrea Walderstein, responsabile dell’Ufficio tecnico-settore lavori pubblici del Comune di Grado, di Alberto Cautero e Alessandro De Luisa sempre dell’Ufficio tecnico, di Riccardo Ronchiato e Alexia Frison. Un sesto indagato, Gian Franco Guzzon sempre dell’ufficio tecnico comunale, è stato invece prosciolto dal giudice dell’udienze preliminari Massimiliano Rainieri come richiesto dal suo difensore ed è quindi uscito dal processo. Richieste di proscioglimento erano state avanzate dai difensori - avvocati Antonio Montanari, Roberto Ziani e Mauro Guzzon - anche per gli altri imputati, ma il gup è stato di parere avverso e ha accolto invece la richiesta del pubblico ministero. Se ne parlerà così il prossimo 18 giugno quando è stata fissata la prima udienza dinanzi al giudice monocratico.

Il progetto dei parcheggi a raso nei viali retrostanti piazza Carpaccio, dove si trova anche l’austostazione delle corriere, che conducono alla rotonda di ingresso a Grado, era nato dopo che un tornado nell’agosto del 2008 aveva abbattuto o reso pericolosi numerosi alberi, in particolare pioppi. L’area era stata bonificata e il Comune aveva ritenuto di utilizzare una sua parte per realizzare dei parcheggi a raso anche per venire incontro alle esigenze dei turisti e dei residenti. Molti posti auto, poi destinati a zona blu, vennero realizzati utilizzando parte del terreno dove sorgevano gli alberi. Ma quell’area, è la tesi della Procura della Repubblica, è indicata dal piano regolatore comunale come zona destinata a verde pubblico. E quindi realizzando i parcheggi erano stati commessi degli abusi edilizi anche se successivamente la situazione era stata sanata dal punto di vista urbanistico.

Sarà il dibattimento processuale alla fine a chiarire la vicenda e a stabilire se la tesi accusatoria della Procura regge difronte a quella assolutoria della difesa.

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