Famiglia intossicata da bacche velenose

L’ex calciatore Orlando, con moglie e figli, raccoglie Belladonna anziché mirtilli ad Avasinis. In cinque hanno rischiato la vita
Di Ugo Salvini

Una passeggiata per raccogliere mirtilli e lamponi poteva finire in tragedia. Ha dell’inverosimile la brutta avventura accaduta a cavallo del Ferragosto alla famiglia di Angelo Orlando, vecchia conoscenza dei tifosi rossoalabardati, per aver militato per tre stagioni nelle fine della Triestina. L’ex calciatore, la moglie, i due figli maggiori e la fidanzata di uno dei due hanno dovuto essere sottoposti a intense cure mediche, dopo aver manifestato gravi sintomi da avvelenamento per aver mangiato bacche che si sono rivelate della specie Atropa Belladonna, il “veleno della strega”. Proprio l’ex calciatore è ancora ricoverato in Medicina d’urgenza a Cattinara anche se ieri le sue condizioni sono nettamente migliorate.

Tutto è iniziato sabato scorso quando Angelo, con la moglie e la figlia più piccola di 14 anni, assieme a una coppia di amici, appassionati anche loro di mirtilli e lamponi, hanno raggiunto Avasinis, piccolo centro situato nel Comune di Trasaghis, nel cuore del Friuli, famoso per la Festa di metà agosto, imperniata proprio sulla raccolta di mirtilli e lamponi. La festa, organizzata dalla locale Pro loco, consente di “affrontare” i falsopiani che circondano la piccola località friulana alla ricerca di mirtilli e lamponi, molto diffusi in zona.

«Appena arrivati - spiega la moglie di Orlando - ci siamo rivolti proprio alla Pro Loco per avere le informazioni necessarie per trascorrere una bella giornata all’aria aperta. Ci è stato indicato un percorso da completare a piedi lungo il quale, così ci è stato spiegato, era possibile raccogliere mirtilli e lamponi. Ed è quello che abbiamo fatto. La zona è molto conosciuta perciò ci siamo dedicati alla raccolta dei frutti di bosco con l’idea di mangiarli una volta tornati a casa». Nessuno poteva immaginare il pericolo: «Voglio sottolineare – osserva infatti la signora - che lungo l’intero tragitto che abbiamo fatto non abbiamo visto alcun cartello che mettesse in guardia o che facesse pensare che c’era pericolo nella raccolta. A parte mia figlia, che comunque ha ormai 14 anni ed è una ragazzina sveglia, eravamo quattro adulti. E quindi ritengo impossibile che qualche indicazione possa esserci sfuggita».

Al ritorno a casa la famiglia di Orlando non ha consumato subito il frutto della raccolta, rinviandolo al giorno dopo, domenica. «Per la cena – riprende la moglie di Orlando – avevamo a casa i nostri tre figli e la fidanzata del più grande. Abbiamo pensato di comperare del gelato e di abbinarlo ai lamponi e ai mirtilli raccolti. La più piccola, che aveva partecipato assieme a noi alla gita ad Avasinis, ha rinunciato. Qualche ora dopo la fine della cena, cioè in piena notte, tutti noi che avevamo mangiato i mirtilli e i lamponi, peraltro in piccola quantità perché sul gelato ne avevamo versato complessivamente non più di un etto e mezzo, abbiamo cominciato ad accusare sintomi molto preoccupanti, dolori addominali, secchezza delle fauci, allucinazioni, agitazione psicomotoria. A quel punto abbiamo chiamato d’urgenza il 118 e siamo stati ricoverati, dopo aver avvisato la coppia di amici che ci avevano accompagnato ad Avasinis».

Il referto del Pronto soccorso di Cattinara parla di “segni di intossicazione da Atropa Bella Donna”. Due dei cinque componenti della famiglia di Orlando sono stati tenuti in osservazione temporanea al Pronto soccorso per essere dimessi martedì, mentre gli altri tre sono stati ricoverati nel reparto di Medicina d’urgenza. Poco dopo Angelo, il più grave dei cinque, è stato trasferito al reparto di Rianimazione, mentre gli altri sono stati dimessi. «Un’avventura terrificante – conclude la moglie di Orlando – che ci ha fatto riflettere. E che speriamo faccia riflettere tutti coloro che, come noi, hanno la passione per la raccolta dei mirtilli e dei lamponi ma soprattutto gli organizzatori di manifestazioni come quelle di Avasinis».

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