Fatture false, il pm chiede il giudizio per 14 persone

Coinvolti l’imprenditore Mauro German e i fratelli Fabio e Giorgio Bosco Ipotesi anche di truffa aggravata per l’assegnazione di fondi europei
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 07/01/08 - Tribunale - Caso Lorito -
Lasorte Trieste 07/01/08 - Tribunale - Caso Lorito -

Truffa aggravata collegata all’assegnazione di fondi europei e regionali per oltre 20 milioni di euro. Ma anche produzione di fatture inesistenti e “gonfiate” per almeno altri 2milioni di euro. E di conseguenza una maxi evasione fiscale. Soldi pubblici finiti, secondo gli investigatori della Guardia di finanza, nelle tasche dei furbetti.

È approdata davanti al gip Luigi Dainotti l’inchiesta del pm Lucia Baldovin in cui è coinvolto Mauro German, 56 anni, plurilaureato ed esperto di informatica, per anni amministratore della Germandata Srl poi diventata E-St, una piccola azienda specializzata nella produzione e gestione di portali internet. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio di German e di altre tredici persone, tutte coinvolte a vario titolo nella vicenda. Nella richiesta di rinvio a giudizio compaiono i nomi del fratelli Fabio e Giorgio Bosco, soci amministratori e legali rappresentanti della Antonio Bosco, la società proprietaria dei supermercati di Trieste. Ma anche di Davide Stupar, già amministratore unico della tipografia «Graphart Srl» di San Dorligo della Valle e di Andrea Ferrari, già amministratore della «Dfx Bertocchi» di Muggia. Gli altri accusati sono Adriano Fiusco, Marino Mennuni, Paolo Lazzini, Alessandro Lona, Davide Casarotto, Roberto Spadoni, Andrea Feruglio e Sonia Tuttobene. Citate anche le società Dfx Srl, Nexilab Srl, E-St e Graphart, quest’ultima nella persona del curatore fallimentare Piergiorgio Reiner. Le somme in gioco secondo l’accusa sono ingenti, milioni di euro. Si parla chiaramente di un infinità di fatture per operrazioni inesistenti ma anche di conseguenti truffe alla Regione attraverso contributi europei ottenuti per mezzo di «atti idonei diretti a indurre in errore i funzionari regionali sull’esistenza del progetto e la veridicità delle spese sostenute». Il reato di truffa è collegato all’assegnazione di fondi europei riferiti all’acquisto di un software per l’implementazione dell’e - learning.

Nell’elenco delle parti lese oltre alla Regione compare anche la Camera di commercio attraverso l’Aries, l’azienda camerale che si occupa della promozione e dello sviluppo dell’economia nella provincia. In questo caso il contributo finiti sotto la lente era stato richiesto da Andrea Ferrari, amministratore di Dfx Bertocchi di Muggia per l’importo di 175mila euro relativo a una fattura emessa per una consulenza informatica.

E poi riguardo ai fratelli Bosco gli elementi dell’accusa indicano alcuni episodi di tipo fiscale. Il primo è quello di aver indicato nella dichiarazione dei redditi del 2006 una fattura relativa a un’operazione inesistente per 40mila euro. Il secondo per aver utilizzato nell’anno seguente una simile fattura falsa per un imponibile di 30 mila euro. Il terzo e il quarto per un analoghi documenti per complessivi 200mila euro. Infine sotto la lente della Finanza era finita anche un’ultima fattura riferita alla Corona Srl amministrata da Fabio Bosco per altri 111mila 600 euro.

Da aggiungere infine che riguardo a una vicenda-fotocopia è tuttora in corso un processo davanti al giudice Giorgio Nicoli nel quale si sono già svolte diverse udienze. Imputato è Mauro German.

La data dell’udienza preliminare davanti al giudice Dainotti, non è ancora stata fissata.

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