Fedriga boccia la formula dell’Italia tutta in arancione e rilancia sulle riaperture

Il governatore invita ad allentare la stretta sulle attività economiche che operano in sicurezza come palestre e cinema

TRIESTE. Non solo una netta contrarietà alla zona arancione per tutta l’Italia. Massimiliano Fedriga, forte anche dei numeri in discesa della pandemia in Friuli Venezia Giulia, rilancia la partita con il governo su indennizzi e riaperture, a difesa delle attività economiche duramente colpite dalle chiusure obbligatorie.

Nel pomeriggio di sabato 20 febbraio, a confronto con i colleghi in vista della scadenza, il 5 marzo, del Dpcm Conte del 14 gennaio, il presidente del Fvg ha sollecitato un “pacchetto” di maggiori libertà nei territori in cui il contagio sia sotto controllo. Si va dal via libera alle lezioni individuali in palestra all’ipotesi delle cene al ristorante - con tutte le precauzioni del caso - fino al ritorno a cinema e teatri, con una capienza almeno del 10%. Un ragionamento che andrà tradotto in un documento comune della Conferenza delle Regioni in vista del prossimo Dpcm, ma le parole di Fedriga sono sin d’ora molto chiare: «Serve valutare con attenzione le azioni di contrasto al Covid-19 evitando battaglie puramente ideologiche che spostano l'attenzione dalla drammatica situazione in cui versano le attività economiche».

Un’accelerazione che si accompagna alla richiesta di indennizzi per le attività che invece non potranno ancora aprire, di una revisione dei parametri che determinano i diversi colori nelle regioni (i presidenti sperano che il nuovo governo possa rendere più trasparenti i passaggi) e, per quel che riguarda le “speciali”, di una corretta distribuzione delle risorse per l’esecuzione dei vaccini da parte dei medici di medicina generale.

Quello dei vaccini rimane peraltro un capitolo sempre incerto. Anche il Fvg, fa sapere il vicepresidente con delega alla Salute Riccardo Riccardi, sarà infatti interessato dalla riduzione delle consegne delle dosi di AstraZeneca: la prossima settimana ne arriveranno 10.100 invece delle previste 11.300. «Anziché accelerare, rischiamo di rallentare», osserva l’assessore su un taglio del 10% che si spera di recuperare successivamente, ma che nel breve «non inciderà in maniera rilevante sulle agende definite dalle Aziende sanitarie». Dal Pd, che interviene con l’ex segretario regionale Salvatore Spitaleri e la deputata Tatjana Rojc, arriva intanto la richiesta di inserire in quelle agende anche i disabili gravi in carico alle famiglie e chi se ne prende cura: parenti, badanti, volontari.

Nel bollettino quotidiano sul coronavirus si registrano sabato 20 febbraio 326 nuovi positivi, la somma tra i 216 emersi da tampone molecolare (su 5.783, 3,74%) e i 110 da test rapido antigenico (su 4.009, 2,74%). Ad aver contratto il virus in Fvg dal 29 febbraio 2020, giorno del primo positivo sul territorio, sono 73.679 persone, di cui 33.215 in provincia di Udine (+224), 16.487 a Pordenone (+44), 14.383 a Trieste (+29), 8.727 a Gorizia (+26) e 867 di fuori regione (+3). Sulle 24 ore il bollettino informa della positività di sette anziani accolti nelle residenze e di quattro operatori del sistema sanitario.

E c’è anche un caso di infezione dopo una permanenza all’estero, in India. Con altri otto decessi, il totale è di 2.756: 1.371 a Udine (+3), 622 a Trieste (+2), 583 a Pordenone e 180 a Gorizia (+3). I ricoveri in terapia intensiva sono 60 (+4), quelli nelle aree mediche 348 (-1). Gli attualmente positivi al coronavirus sono 9.252 (-109), i totalmente guariti 59.796 (+415), i clinicamente guariti 1.875 (+12), gli isolamenti 8.844 (-112). —


 

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