Ferie estive, gli ospedali tagliano i posti letto

Chiude un piano della Terza medica, allo studio la sospensione notturna delle Prime cure al Maggiore
TRIESTE.
Estate, si allestisce il piano delle ferie anche in ospedale, e si deve tornare a stringere e accorpare per sostenere le assenze di medici, infermieri e personale sanitario. Ieri la bozza del progetto stagionale è stata discussa a lungo coi sindacati, molto critici.

Uno dei punti più discussi: l’iniziale previsione di serrare di notte il Centro prime cure dell’ospedale Maggiore, quel Pronto soccorso «semplice», attivato in collaborazione con l’Azienda sanitaria, che dovrebbe far fronte alla massa di piccole criticità di salute, riservando a quello di Cattinara, sovraffollatissimo, l’accoglienza dei casi acuti. L’ipotesi è stata infine accantonata con un punto di domanda, e la misura verrà presa solo se si dimostrerà veramente necessaria.


Comunque la manovra, che parte con giugno, è di un certo peso. Chiude un reparto di Medicina: un piano della Terza medica. Ci saranno quest’estate 30 posti letto in meno. Si accorpa Nefrologia con Urologia che perde otto letti. Chiuderà Chirurgia plastica: per i pazienti sarà la Prima chirurgia a lasciare altri otto dei suoi letti a disposizione.


Calerà poi l’attività chirurgica, ma questo accade ogi anno perché anche i cittadini, quando possono, rimandano gli interventi. Si passerà da 35 a 30 alla settimana. La sala per la chirurgia senza ricovero («day surgery») funzionerà una sola volta a settimana anziché due, dunque qui il taglio dell’operatività è del 50% su un volume già contenuto. In più verrà diminuita in parte l’attività di sportello, con una chiusura anticipata del Cup al Maggiore, nel pomeriggio. Unico arricchimento: arrivano 5 nuovi infermieri al Polo cardiologico.


Ecco dunque la strategia che quest’anno si è resa di nuovo necessaria in ospedale per passare attraverso giugno, luglio, agosto e settembre, dopo che lo scorso anno forse per la prima volta nessun particolare artificio tattico era stato necessario, se non un calo di interventi e una parziale fusione di Clinica chirurgica con Chirurgia plastica. Gli organici rinforzati finalmente d’infermieri, ma anche un robusto innesto di interinali aveva consentito di conservare l’attività ospedaliera quasi a regime. Ora molti contratti a tempo determinato non sono stati confermati, le «uscite» non sono compensate da «entrate» per le nuove politiche di contrazione del personale in Sanità.


«È una bozza ancora allo studio - spiega Francesco Cobello, il direttore generale che di recente si è insediato negli uffici di Cattinara -, in tutti i casi per i cittadini la sicurezza del servizio non viene a mancare. Dobbiamo garantire a chi lavora in ospedale un congruo periodo di riposo, almeno tre settimane».


Quanto al servizio notturno di Pronto soccorso al Maggiore, Cobello l’aveva messo in conto guardando le cifre: «Nel corso del 2009 - riferisce - ha accolto al minimo 3 pazienti per notte, e al massimo 27, con una media di 13». Secondo statistica, dunque, circa 5000 pazienti «notturni» in un anno. Non molti, effettivamente, forse perché l’identità stessa di questo luogo non è perfettamente chiara al cittadino, e la notte per le urgenze comunque tutti vengono dirottati piuttosto su Cattinara.


D’altro canto anche il personale da «recuperare» con questa manovra di chiusura notturna sarebbe stato veramente poco: un infermiere e un ausiliario, poiché il medico è fornito dall’Azienda sanitaria nell’ambito della «struttura mista», una sorta di prolungamento della Guardia medica.


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